Svolta. Il dossier del Pd per pacificare la Libia con i nostri militari
Al governo non si esclude più una forza d’interposizione europea a guida italiana per uscire dalla morsa di Erdogan e Putin. La paura di una guerra civile
-
C'è formaggio in Libia?
-
Il libico tragicomico Di Maio
-
Contro la strategia del dialogo in Libia
-
Così il caos libico può portare alle grandi intese
-
Tragico Di Maio
-
Erdogan e Putin ottengono la tregua in Libia (prego Europa)
-
Perché il governo valuta l'opzione Minniti in Libia
-
Libia, Europa, giustizia, economia. Un Conte a tutto campo
-
Casini ci spiega perché sulla Libia l'Italia fa solo molto folclore
-
Troppa pressione su Serraj a Tripoli (e Di Maio è tentato da Haftar)
-
Prime prove di maggioranza Ursula
-
Non perculate sempre Di Maio, c'è pure Area Carfagna
-
Il fiasco di Di Maio sulla Libia, visto dalla stampa estera
-
Globetrotter libici
-
Non esiste un “modello Libano” per la Libia
-
Vorreste un vicino come il generale libico Haftar dirimpetto all'Italia?
-
Parlare di “modello Libano” in Libia è dannoso oltreché impossibile
-
A Berlino ci saranno Pompeo e Putin, Haftar non può più sfilarsi. Per il momento
Roma. La scelta d’imprimere una svolta è maturata giovedì sera, nel corso di una riunione ristretta al Nazareno. È stato lì che lo stato maggiore del Pd ha stabilito che l’obiettivo da perseguire, per evitare che l’Italia finisca relegata al ruolo di spettatore del precipitare degli eventi in Libia, è quello di promuovere una forza d’interposizione europea, sotto la regia di Roma: una soluzione che prevede l’invio di soldati italiani in Libia, con lo scopo di facilitare una mediazione tra Khalifa Haftar e Fayez al Serraj. E ancor più tra quelli che sono ormai i rispettivi protettori: Russia e Turchia. Nella consapevolezza, comunque, che lo stallo sarà lungo e tribolato, e che si dovrà scongiurare il rischio tutt’altro che inconsistente dell’escalation. Uno scenario che in parte ricorda il Libano, citato nella riunione come “un modello”, dove a garantire un equilibrio di pace sostanziale è proprio una forza d’interposizione che dal 2006 è stata a lungo (ed è tuttora) sotto la guida dell’Italia, seppure nel quadro dell’Onu.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE