Matteo Salvini (foto LaPresse)

Tutte le accuse che la Lega non potrà fare al mostro di governo formato da Pd-M5s

Claudio Cerasa

Giustizia, economia, inciuci. I populisti che hanno fatto parte dell’esperimento sovranista non potranno più sfidare gli avversari usando l’arsenale retorico anti casta. Perché Salvini è pronto a tutto pur di non stare all’opposizione

Tra le molte scene spassose osservate nel corso di questa formidabile crisi di governo ce n’è una forse più gustosa delle altre che negli ultimi giorni è stata comprensibilmente messa in secondo piano da molti osservatori. Al centro della scena, oggi, ci sono il Partito democratico e il Movimento 5 stelle. E le mosse di tutti gli altri partiti, in attesa di definire gli equilibri tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, tendono generalmente a passare in secondo piano. Eppure, nonostante il soggetto non sia più centrale come lo era appena un mese fa, c’è un altro personaggio la cui traiettoria meriterebbe di essere messa a fuoco e quel personaggio è naturalmente Matteo Salvini, che negli ultimi giorni ha continuato a mandare segnali impliciti ed espliciti al Movimento 5 stelle per evitare che si possa realizzare lo scenario per il quale si era speso lo stesso Matteo Salvini: la rottura con i grillini.

 

E per illuminare lo spasso della trappola in cui Salvini si è cacciato da solo potrebbe essere sufficiente confrontare le posizioni della Lega di oggi (sintesi: caro Luigi, scusa, torniamo insieme, se pensiamo a una nuova squadra di governo e a un nuovo programma di legislatura sono disposto a rimangiarmi la crisi) con quelle messe nero su bianco lo scorso 8 agosto. Pronti? Via. “Mai chiesto né chiederemo poltrone, lontani da qualsiasi ipotesi di rimpasto di governo. C’è la consapevolezza e la presa d’atto che (…) tra Lega e 5 stelle ci sono visioni differenti. Il voto di ieri sulla Tav ne è solo l’ultima, evidente, irrimediabile (!) certificazione. L’Italia ha bisogno di certezze e di scelte coraggiose e condivise, inutile andare avanti fra no, rinvii, blocchi e litigi quotidiani. Ogni giorno che passa è un giorno perso, per noi l’unica alternativa a questo governo è ridare la parola agli italiani con nuove elezioni”.

 

Tra l’8 agosto e il 25 agosto Matteo Salvini deve aver capito con chiarezza che la prospettiva di passare i prossimi anni non al Viminale ma al Papeete con i cubisti Borghi e Bagnai è una prospettiva poco allettante e fino all’ultimo non è detto che il leader della Lega pur di non restare all’opposizione non sia disposto a dare davvero una delega in bianco (Di Maio premier, un grillino all’economia, un pass gratuito per Casaleggio al Papeete) allo stesso movimento con il quale nemmeno due settimane fa aveva giurato di aver rotto in modo “irrimediabile” (è quello che vorrebbe un pezzo di movimento, capeggiato dal generale Dibba e forse anche da Casaleggio, è quello però che non vogliono i gruppi parlamentari del movimento 5 stelle). 

 

Per descrivere lo spasso suscitato dalle scelte di Matteo Salvini potrebbe bastare confrontare le righe che avete appena letto con le dichiarazioni di giovedì scorso del leader della Lega (“Se qualcuno mi dice miglioriamo la squadra, miglioriamo il programma, diamoci un obiettivo, ho detto che sono uomo concreto, non porto rancore”), ma a guardar bene c’è un altro elemento interessante che riguarda una delle ragioni che probabilmente spingono la Lega truce a considerare come uno scenario da incubo la possibilità di ritrovarsi improvvisamente all’opposizione. E quell’elemento non riguarda le conseguenze giudiziarie del caso Savoini (ops!) e non riguarda neppure la storia dei 49 milioni di euro che la Lega deve restituire allo stato (ops!) ma riguarda un problema se vogliamo grammaticale di fronte al quale si ritroverebbe la Lega qualora dovesse ritrovarsi all’opposizione del governo rosso-giallo. Un problema che si potrebbe sintetizzare così: come si può fare un’opposizione credibile, e non da barzelletta, se tutto ciò che si potrebbe rimproverare al nuovo governo è stato già fatto dal vecchio governo?

  

“Per la Lega, stare all’opposizione rischia di essere un incubo.
Un governo formato da Pd e M5s potrà essere criticato
per mille giuste ragioni, che sono però tutte estranee
alla grammatica anti casta che la Lega di lotta tenterà
di schierare in campo qualora dovesse finire fuori dal governo”

   

Per esempio: come farebbe la Lega ad accusare il Pd di aver fatto un inciucio con lo stesso partito con cui la Lega un anno fa ha costruito un inciucio? Per esempio: come farebbe la Lega ad accusare il M5s e il Pd di aver tradito il voto degli italiani quando anche l’alleanza formata da Lega e M5s fu un’alleanza che alle elezioni non venne votata da nessuno? Per esempio: come potrebbe la Lega accusare il governo Pd-M5s di essere un governo vergognosamente statalista quando il governo Lega-M5s ha combattuto con tutte le sue forze il libero mercato? Per esempio: come potrebbe la Lega accusare il governo Pd-M5s di essere un governo dannatamente giustizialista quando il governo Lega-M5s ha votato e approvato una legge che prevedendo la fine della prescrizione dal primo gennaio 2020 ha scelto di non combattere la barbarie del giustizialismo? Come potrebbe la Lega accusare il governo Pd-M5s di essere un governo destinato a far aumentare le tasse quando è stato proprio il governo Lega-M5s ad avere portato la pressione fiscale a un livello da record? Per esempio: come potrebbe la Lega accusare il governo Pd-M5s di essere un governo poco coraggioso in Europa quando è stato proprio il governo Lega-M5s ad aver fatto di tutto per rendere l’Italia irrilevante nel resto d’Europa? Per esempio: come potrebbe la Lega accusare il governo Pd-M5s di essere un governo incapace di coinvolgere l’Europa nella redistribuzione dei migranti quando è stato proprio il governo Lega-M5s ad aver reso possibile la modifica del trattato di Dublino solo in presenza di una maggioranza non più relativa ma assoluta dei paesi membri? Per esempio: come potrebbe la Lega accusare il governo Pd-M5s di essere un governo spendaccione, ed eccessivamente disinvolto con il debito pubblico, quando è stato il governo Lega-M5s ad aver fatto crescere a cifre record il debito pubblico? Per esempio: come potrebbe la Lega accusare il governo Pd-M5s di essere un governo incapace di far crescere il paese quando è stato il governo Lega-M5s ad aver portato l’Italia sull’orlo della recessione? Per esempio: in caso di sostegno diretto o indirette di Forza Italia o di un pezzo di Forza Italia ad alcune riforme del governo Pd-M5s, come potrebbe la Lega accusare il centrodestra del Cav. di aver rotto l’unità del centrodestra quando un anno e mezzo fa fu proprio la Lega andando con il M5s a rompere l’unità del centrodestra?

 

Tra i pochi aspetti positivi lasciati in eredità dal governo gialloverde quello forse più istruttivo riguarda l’impossibilità da parte dei populisti che hanno fatto parte dell’esperimento sovranista di attingere dall’opposizione a una buona parte dell’arsenale retorico dei professionisti anti casta. Per la Lega, stare all’opposizione rischia di essere un incubo (specie se poi fare opposizione dovesse significare essere ostaggio della retorica anti euro delle cubiste Bagnai e Borghi) e anche per questa ragione c’è da scommettere che fino all’ultimo Matteo Salvini tenterà di offrire al Movimento 5 stelle un qualche motivo per evitare di realizzare quello che in un modo o in un altro oggi sembra molto difficile non veder realizzato: la nascita di un governo formato da Pd e M5s, che nel caso in cui dovesse maturare potrà essere criticato per mille giuste ragioni, che sono però tutte estranee alla grammatica anti casta che la Lega di lotta tenterà di schierare in campo qualora dovesse finire fuori dal governo. Sarà uno spasso.

Di più su questi argomenti:
  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.