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Un'altra ridicola ipotesi di complotto

Salvini si sente messo all’angolo dalla Troika ma ha fatto tutto da solo

Nelle pazzotiche trattative per il governo un punto fermo c’è: chi doveva suonare e sferrare il colpo del ko, Matteo Salvini, è finito suonato. Una realtà che non cambia neppure se si andasse a elezioni, obiettivo al quale puntava l’ex ministro dell’Interno; anzi inciderà in negativo sui consensi del “capitano”.

 

Dopo alcuni giorni di black out Salvini è riapparso sulla scena riproponendo un suo classico, il mega complotto europeo contro la Lega sovranista: le impronte digitali, dice Sherlock-Salvini, sono lì dal 16 luglio, giorno della ratifica del parlamento europeo della nomina di Ursula von der Leyen alla presidenza delle commissione Ue, quando i 14 europarlamentari del M5s votarono “secondo le indicazioni di Macron, Merkel e Giuseppe Conte”, una nuova Troika. Salvini dimentica di aggiungere agli sponsor di von der Leyen l’ungherese Viktor Orbàn e il polacco Jarosław Kaczyński, che dovevano essere i suoi alleati nel rovesciare l’Europa in senso nazionalista; ma il punto è un altro: è vero che il leader della Lega è, con Marine Le Pen, il politico più inviso all’Europa, però questa avversione è stata prodotta dalla Lega stessa, con le minacce di uscita dall’euro e di non onorare il debito verso la Bce, ed è montata in modo così plateale da risultare poco seria ed escludere dunque complotti. “Conte è il nuovo Mario Monti”, ha insistito ieri Salvini su Facebook. Ma nel 2011 fu diverso: Silvio Berlusconi si rassegnò al commissariamento della Ue attraverso Monti, il che oltre a salvare la faccia e le forme risparmiò all’Italia guai peggiori. Quel commissariamento, oltre che prodotto dallo spread e dalla palude in cui era finito il governo di centrodestra (anche allora grazie a Salvini), fu reso esplicito dalle lettere della Bce e dalle minacce del Fmi. All’Italia fu risparmiata la Troika, che ha agito benissimo in Irlanda, Spagna e Portogallo, e rimesso in carreggiata la Grecia. L’Europa ha esercitato un soft power tifando per un governo “normale”, che non minacci di scassare l’euro in nome della Madonna. Le sue priorità oggi sono altre (dazi e Brexit), Salvini è considerato più un pittoresco che una seria minaccia. Se lui cade, lo spread scende. Per il suo ego è anche peggio di un complotto.

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