Nicola Zingaretti (foto LaPresse)

Zingaretti non chiude al bisConte

Il segretario del Pd, in conferenza stampa, chiede discontinuità sulle persone ma anzitutto sui contenuti. E aggiunge: “Non ci sono veti e discussioni sui nomi”

Giuseppe Conte no, ma forse, chissà, anche sì. Dopo il faccia a faccia di venerdì sera tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio la trattativa per arrivare alla formazione di un governo giallorosso sembra essersi bloccata sul nome dell'ex premier. Per il M5s è ancora lui la persona che deve guidare l'esecutivo, ma una parte dei Democratici la pensa diversamente. O almeno sembrava pensarla diversamente fino a oggi quando il segretario dem ha convocato una conferenza stampa nella sede del Nazareno.

 

L'occasione è l'avvio del lavoro dei sei tavoli sul programma composti dai membri della segretaria e dai capigruppo di Camera e Senato (da domani verranno coinvolti anche i sindaci, i presidenti di Regione e i rappresentanti dell'associazionismo) dovranno definire i contenuti che saranno al centro dell'azione di governo o, in alternativa, rappresenteranno il programma in vista di elezioni anticipate. E Zingaretti ne approfitta per spiegare a che punto è la trattativa con il M5s: “Stiamo lavorando sul programma per l’Italia. Ci stiamo impegnando per una nuova idea di Italia. Vogliamo un Paese più green, più giusto, che metta al centro donne, lavoro, sviluppo e infrastrutture. Tra le proposte confermiamo la volontà di ridurre le tasse per i redditi medio bassi, investimenti su ambiente, scuola, infrastrutture. Vogliamo verificare se esistono convergenze per costruire un programma utile per l'Italia”. 

 

La discussione, insomma, è anzitutto sui contenuti anche perché il segretario sottolinea che gli italiani non capirebbero un “rimpastone”. “Noi pensiamo - aggiunge - che in un governo di svolta la discontinuità deve essere garantita anche da un cambio di persone”.

 

 

La domanda a questo punto è una: tra queste persone c'è anche Conte? “Non ci sono veti e discussioni sui nomi” scrive  Zingaretti su Twitter sintetizzando il contenuto della sua conferenza stampa (e su Facebook ribadisce: “Non facciamo discussioni sui nomi”). Insomma il segnale per il M5s è chiaro: anzitutto i contenuti, è su quelli che va costruita la discontinuità rispetto alla stagione gialloverde. Sul resto una soluzione si troverà. Quanto a Conte è abbastanza evidente che per il segretario dem sarebbe meglio di no. Ma mai dire mai.

 

Di più su questi argomenti: