(foto LaPresse)

Alessia Cappello, coordinatrice viva

Fabio Massa

Chi è la responsabile a cui toccherà (in coppia) dare un futuro al partito di Renzi a Milano

Vuole studiare, Alessia Cappello. Vale anche per lei quello che diceva Italo Calvino: “Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane”. Nominata da una manciata di giorni coordinatrice milanese di Italia viva (in diarchia con Roberto Cociancich, e anche la parità di genere è sistemata), Alessia Cappello è un oggetto sconosciuto nella politica cittadina. Ora dovrà collaborare a rendere chiaro e riconoscibile anche il profilo della giovane creatura di Matteo Renzi, ancora gracilina ma che qui a Milano potrebbe trovare buon terreno. “Devo conoscere e mi farò conoscere”, promette, conversando con il Foglio. Fin da subito risulta chiaro (anche e soprattutto a lei) che dovrà combattere per prima cosa con gli stereotipi. Giovane donna di origini vicentine, classe 1985 (“ma ho fatto la primina, quindi classe scolastica 1984”), responsabile mondo per uno dei marchi leader di una multinazionale. “Quando smetteremo di stupirci e sottolineare che una giovane donna può fare questo, forse avremo risolto il problema del gap tra donne e uomini”, commenta con fiduciosa grinta. Del resto, Cappello un po' femminista lo è: “Non troppo, ma il giusto. Penso che il salario a parità di mansioni debba essere lo stesso tra uomo e donna, che la maternità non debba essere un ostacolo di fronte al rientro in azienda. Cose che dovrebbero essere la normalità”.

 

Rifugge dagli stereotipi, Alessia Cappello. “Il mio mondo è quello delle imprese. A 18 anni, neanche patentata, mi sono trasferita a Milano per frequentare l’Università Cattolica. Poi il master Publitalia”. Dunque, berlusconiana. Ride: “Ecco, appunto. Stereotipi. Come quando mi chiedono se sono di destra o di sinistra. Io sono liberal, alternativa alla destra, nemica dei populismi. Vengo da una esperienza di lavoro nell’impresa. Non ho fatto nessuna esperienza politica se non una brevissima frequentazione del circolo della Pallacorda, il più renziano della città”. Ma con le idee di Renzi, è sempre stato amore. “Vedevo questo giovane sindaco, nel 2012, che se ne andava in giro in bicicletta. Che veniva intervistato da Daria Bignardi in tv, che scriveva libri che divoravo. Andavo alla Leopolda. Poi la sconfitta mi ha caricato ancora di più: quando lanciarono i comitati ne ho costituito uno, con qualche amica ed amico. Facevamo incontri di approfondimento – racconta – L’8 marzo Elena Bonetti, che non era ancora ministro, mi chiese di scrivere un articolo. Lo feci. E poi di organizzare un evento. Portai un centinaio di persone in un asilo nido, vennero nomi dell’imprenditoria, docenti universitari e mamme. L’esperienza è andata avanti, con un gruppetto di noi più intraprendente: Gianluca Pomo e Lucia Caridi (attuali coordinatori provinciali, ndr) e ovviamente Ada Lucia De Cesaris, oltre a Roberto Cociancich (coordinatore milanese insieme a lei, ndr). Infine, mi hanno nominata”.

 

Per Italia viva è un lavoraccio, stare su Milano. Una grande sfida. Inizialmente si pensava che sotto la Madonnina avrebbe avuto il doppio del consenso del resto d’Italia. Poi, il sondaggio del Corriere che la dava sotto al movimento di Calenda ha raffreddato gli animi a molti. “Al lancio c’era molta gente, come è ovvio, e mi creda c’è molta partecipazione ad ogni iniziativa. Ma i sondaggi vanno presi con le pinze, come dimostrano le regionali in Emilia-Romagna. Mettiamola così: noi siamo partiti da poco. Fino ad oggi non c’era la struttura. Ma c’era tanta voglia di fare e abbiamo costruito una bella rete. Ed è questo l’importante: ce ne è ancora tantissima, di questa voglia. Lasciateci lavorare. L’obiettivo? Quello indicato da Renzi a livello nazionale: doppia cifra”. Intanto a Milano si discute di Bettino Craxi: “Credo sia giusto avviare un dibattito, partendo dal fatto che Craxi è una figura di estremo spessore. Penso sia necessario affrontare e raccontare quel periodo storico, che molti della mia generazione non conoscono, se non sulla base di alcuni articoli di giornali. Non venendo né dalla destra né dalla sinistra ho la possibilità di non cadere nel tranello che qualcosa non si può dire perché si è o di destra o di sinistra”. Il rapporto con il Pd? “Voglio conoscere bene. E incontrare. Ho scritto alla segretaria metropolitana Silvia Roggiani. Imposteremo un dialogo e un rapporto che spero costruttivo. Il sindaco Sala? Aspettiamo di capire se si ricandida, intanto noi ci siamo, anche se non rinunceremo alle critiche costruttive . Parlare delle prossime elezioni adesso mi pare prematuro”.

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