Joe Biden e Bernie Sanders (foto LaPresse)

Sarà Biden contro Trump

Redazione

Sanders si ritira, ma la pandemia c’entra il giusto. Il primo risultato del buon senso

Bernie Sanders si è infine ritirato dalla corsa presidenziale, dopo molte pressioni e dopo il voto sciagurato in Wisconsin due giorni fa, quelle file di elettori per strada – tanti neri, e nella comunità afroamericana l’impatto del coronavirus è enorme – che sapevano di scelte politiche sciagurate. A sfidare Trump a novembre sarà Joe Biden, che aveva consolidato il proprio vantaggio prima della pandemia e che nelle ultime settimane ha mostrato gli elementi cardine della sua leadership: unità del partito, dialogo bipartisan (ha telefonato a Trump per discutere delle misure anti coronavirus), una road map per il futuro e messaggi rassicuranti, in stile Elisabetta II, sulla parte migliore dell’America che emerge con disciplina, responsabilità e solidarietà. Lo scarto rispetto alla leadership trumpiana tutta slogan, superficialità e caccia al complotto (l’ultimo: i dati sui morti sono appositamente esagerati per far sfigurare l’Amministrazione) è visibile, e anche i dati di popolarità iniziano a registrarli.

 

 

A Sanders resta una doppia amarezza: quella di non aver ripetuto il sogno del 2016 e quella di non aver potuto combattere fino in fondo, cosa cui lui teneva non soltanto per sua natura ma perché è convinto che questa pandemia stia dando solidità al suo messaggio di ristrutturazione della società americana dal Medicare for all fino a tutte le politiche contro le diseguaglianze. I sandersiani sono furibondi, si sentono traditi dall’establishment per due volte di fila e dicono che se solo si potesse votare, se solo non ci fosse il coronavirus, la partita sarebbe ancora tutta da giocare, e da vincere. Ma la verità è che la promessa sandersiana – la mobilitazione per una nuova coalizione più radicale e alternativa – era già fallita prima della pandemia, e che la leadership “contro” di Sanders poco si sposa con questa stagione in cui c’è voglia di chiarezza, razionalità e competenza. Nel Regno Unito la dinamica è stata la stessa: è iniziata prima della pandemia con la sconfitta di Corbyn ed è finita con la nomina di un Biden più giovane e meno esperto. Forse è questo il primo risultato del buon senso.