Joe Biden e Bernie Sanders (foto LaPresse)

Ma ve le ricordate le primarie?

Luciana Grosso

Il voto in Wisconsin che nessuno riesce a fermare e nessuno riesce a gestire. Un assaggio per capire che fine faranno pure le convention d’estate

Ma ve le ricordate le primarie americane? Quel gigantesco (anche affascinante e bello) carrozzone messo in piedi ogni quattro anni da questo o quel partito americano per trovare un candidato adatto a sfidare il presidente uscente? Quella cosa da cui, fino a qualche settimana fa pensavamo dipendessero i destini degli Stati Uniti e del mondo? Quelle con Bernie Sanders e Joe Biden, i due quasi ottantenni (78 anni l’uno, 77 l’altro) che se le danno di santa ragione per decidere chi di loro sia più adatto a sfrattare Donald J. Trump (quello che, tanto per intendersi, domenica il Washington Post ha definito The Worst President Ever, superando nella classifica lo schiavista James Buchanan, considerato il ‘colpevole’ della guerra civile)? Esatto, quelle. Ora, dopo tre settimane di silenzio, le primarie tornano. E lo fanno in Wisconsin. Dall’ultimo voto il 17 marzo in Florida, Arizona e Illinois, sono passate tre settimane, 10 mila morti e 10 milioni di domande di sussidio di disoccupazione. Che dite, bastano per parlare di scenario cambiato? Eppure CoVid o non CoVid, convention democratica di luglio cancellata o non cancellata, domani in Winsconsin si vota, eccome.

 

 

In realtà, sul piatto, nello stato del Mid West, non ci sono solo le primarie dem, ma anche altre questioni molto locali come alcuni sindaci, e soprattutto, i seggi per la Corte Suprema dello Stato (una delle più conservatrici d’America). Troppa roba e troppo importante, proprio perché locale, per essere rimandata. Inoltre ci sono due ragioni, tutte politiche e strategiche, che stanno a cuore sia ai Democratici che ai Repubblicani e che hanno fatto sì che il voto venisse confermato. I Dem (che pure qualche tentativo di congelare il voto, attraverso il loro Governatore Tony Evers, lo hanno fatto) sperano di chiudere queste primarie il prima possibile, sia perché più a lungo si trascina la conta interna più debole è il candidato che ne esce, sia perché ormai delle primarie non interessa più niente a nessuno e, con 10 mila morti in giro, il partito non ci fa una bella figura a concentrarsi sui sui bisticci interni, sia perché ormai la vittoria di Biden è scontata e quindi tanto vale proclamarla e buonanotte (tanto più che la convention di luglio è stata cancellata). Il Wisconsin, dove Biden è strafavorito con 28 punti di vantaggio, potrebbe essere lo stato giusto per costringere Bernie Sanders a mollare il colpo e dichiarare una ormai inevitabile resa. Nonostante questo il governatore democratico ha cercato e sta cercando di rinviare tutto. Ma senza successo perché il senato a maggioranza repubblicana (tendenza Trump) dello Stato glielo ha impedito.

 

 

I repubblicani trumpiani del Wisconsin, tengono tantissimo a che si voti. Ci tengono sia perché potrebbero avere un buon successo nelle elezioni locali in ballo, sia perché hanno bisogno di fare un test e di sapere come vanno le cose se si riduce al minimo la base elettorale. Lo spiega, in un articolo molto severo e allarmato, il Washington Post: “Ora i repubblicani del Wisconsin stanno testando se prendere una linea dura sulle regole di voto durante la crisi del coronavirus potrebbe dare loro un vantaggio elettorale ancora più pronunciato anche se meno legittimo”. Inoltre, con le primarie Dem a prendersi tutta la scena, comunque vada, il voto di domani è una vittoria assicurata per i repubblicani sia dello stato che del Paese: se ci vincono alle elezioni locali e se le primarie Biden/Sanders dovessero andare deserte, bene. Se, invece, ci dovessero perdere, tanto meglio: potrebbero sempre dire che i dem (specie i pro Biden) sono stati imprudenti, ombelicali ed egoisti e, di fatto, untori.

 

 

Così, per tutte queste ragioni, domani notte, si vota. Eppure, a poco più di 24 ore dal voto, nessuno sa come fare. Nessuno può/deve/vuole uscire di casa. Non ci sono seggi agibili (la città di Milwakee ne aprirà 5 su 180). Non ci sono scrutatori (il governatore Evers, che pure non vuole il voto, ha dovuto chiedere a membri della Guardia Nazionale dell'Esercito del Wisconsin di rendersi disponibili a presiedere i seggi). Non ci sono scrutatori sufficienti per gestire i voti per corrispondenza. Nell’’ultima settimana negli uffici elettorali dello stato sono arrivati 1 milione e 200 mila absentee ballot. Si tratta del voto più alto mai registrato dallo stato (il sestuplo dei voti per corrispondenza delle primarie del 2016, e quasi il doppio di quelli avuti per le presidenziali del 2016) e gli scrutatori non sono assolutamente in numero sufficiente per gestire una simile mole di voti.

 

 

Un rebus elettorale da cui non c’è uscita. Anzi no, una c’è: comunque vada, vinceranno i repubblicani --