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Meno disoccupati, ma più inattivi

La fotografia dell'Istat al mondo del lavoro in Italia. A ottobre l'occupazione è cresciuta di 46mila unità, tasso di disoccupazione al 9,7 per cento. Ma aumenta anche il numero di chi non studia né lavora

A ottobre sono aumentati gli occupati ed è calata la disoccupazione, ma il numero di inattivi, e cioè di persone che né studiano né sono alla ricerca di un lavoro, è cresciuto ulteriormente. Il dato odierno diffuso dall'Istat aggiorna l'andamento del mercato del lavoro in Italia: rispetto al mese precedente, a ottobre 2019 si sono registrati 46 mila occupati in più (una crescita percentuale dello 0,2 per cento), con il tasso di occupazione che è salito fino al 59,2 per cento, lo stesso livello del picco di giugno, uno dei più alti dal 1977 ma il secondo più basso nel novero dei paesi europei. Il traino è degli indipendenti (più 38 mila unità) e in misura minore dei dipendenti a termine, mentre a livello di componenti di genere la crescita del tasso di occupazione è generalizzata (più 0,2 per cento per gli uomini, più 0,1 per cento per le donne).

  

 

 

Il nuovo tasso di disoccupazione al 9,7 per cento, in calo rispetto al 9,9 per cento del mese precedente, risente di una riduzione nel numero di uomini che cercano lavoro (meno 3,9 per cento, pari a meno 52 mila unità) e un leggero incremento nel volume di donne in cerca di occupazione (più 0,7 per cento, pari a più 8 mila unità). Come anticipato, sale il tasso di inattività tra i 16 e i 65 anni, ora al 34,3 per cento, in ragione di un bilanciamento tra una crescita dell'incidenza per gli uomini e un calo per le donne. Nelle fasce anagrafiche 15-24 e 25-34, il calo della disoccupazione su base mensile è esattamente controbilanciato da un aumento dell'inattività.

  

  

I dati dell'Istat sono un utile raffronto sia su base trimestrale che, soprattutto, annuale. Se rispetto all'ultimo mese sotto osservazione si era assistito all'aumento dei lavoratori indipendenti, questa categoria occupazionale risulta essere in calo nel trimestre agosto-ottobre (meno 40 mila in termini assoluti). Mentre si assiste a un incremento dei dipendenti a termine (più 1,2 per cento) e a una stabilità dei “permanenti”, dotati di un contratto stabile.

  

Su base annua l'occupazione è cresciuta di 217 mila unità, dello 0,9 per cento. “Al netto della componente demografica la variazione è positiva per tutte le classi di età” scrive l'Istituto di statistica. L'abbassamento del tasso di disoccupazione si inserisce nel trend dell'area euro, in cui la disoccupazione media è al 7,5 per cento. Il nostro tasso quindi, pur in progressiva riduzione, risulta essere ancora uno dei più alti del continente. 

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