Bisogna intervenire a lungo, un anno all’incirca, lasciando ai lavoratori la libertà di ricollocarsi, ma dando loro nel contempo un forte sostegno monetario, formativo e psicologico. Proteggendo i più vulnerabili: giovani, donne, precari e autonomi. E soprattutto con umiltà perché non sappiamo cosa ci riserva il futuro.