La "terza via" di Raggi sui rom parte con lo sgombero del Camping River

180 agenti della municipale con polizia e Carabinieri nel campo rom. Non è ancora chiaro il destino delle 150 persone sgomberate

Redazione

“La legalità e la tutela dei diritti delle persone. Con questi principi saldi prosegue la nostra azione per il superamento dei campi rom”, scrive Virginia Raggi. Un “superamento” che sembra molto simile al tradizionale sgombero. Decine di pattuglie e blindati di Polizia, Carabinieri e Municipale sono arrivate al Camping River, nella periferia a nord di Roma, e hanno allontanato le circa 150 persone che vivevano all’interno, offrendo loro alloggi alternativi al campo rom. Le operazioni sono terminate verso le 13 e una quarantina di persone (ma altre fonti riportano numeri diversi) avrebbero accettato le soluzioni alternative di accoglienza “presso strutture del sistema allestito dai servizi sociali”.

   

   

L'ordinanza di chiusura era stata firmata il 13 luglio dal sindaco Raggi per “salvaguardare la tutela della salute pubblica" ed "evitare il rischio di danno ambientale con inquinamento del Tevere”, dopo le ispezioni effettuate dalla Asl Roma1 che avevano segnalato “gravi mancanze igienico sanitarie non compatibili con la presenza del campo”. Ma dopo una denuncia dell’associazione 21 luglio la Corte Europea per i diritti dell’uomo aveva sospeso fino al 27 luglio, domani, lo sgombero di Camping River per permettere al Comune e al governo di trovare una soluzione abitativa alternativa.

  

  

Ieri il sindaco aveva incontrato il ministro dell'Interno Matteo Salvini. E stamattina il Campidoglio ha dato il via allo sgombero. Così, mentre Salvini esulta su Twitter (“E’ in corso lo sgombero del campo Rom Camping River di Roma. Legalità, ordine e rispetto prima di tutto!”), il presidente del Pd, Matteo Orfini, attacca la gestione del sindaco e del ministro degli Interni: "Stanno sgomberando il Camping River. Senza dire nulla alle famiglie sulle soluzioni alternative, senza un progetto. Senza nulla se non la voglia di prendere voti umiliando i deboli. Questo sono la Raggi e Salvini. Non vogliono risolvere i problemi, vogliono diffondere l'odio".

 

 

“L’azione di oggi segna un’altra pagina buia dei diritti umani in Italia – attacca Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio – una gravissima violazione dei diritti, un gesto scellerato che oltretutto offende in maniera sprezzante l’autorità e le funzioni della Corte Europea. Un centinaio di uomini, donne e bambini, già in condizioni di estrema fragilità saranno esposte ad un’ancora maggiore vulnerabilità. Da oggi vivere in Italia, e nella città di Roma, non significa vedersi garantiti i diritti umani fondamentali”.

 

Proprio per questo l'Associazione 21 luglio fa sapere che sta valutando le azioni più opportune per rispondere allo sgombero che spiegano, è stato effettuato“in deroga alla decisione assunta nei giorni scorsi dalla Corte Europea”.