(foto LaPresse)

Il problema non è il brigatista, ma Giletti

Redazione

Chi è il mostro, l’ex terrorista o il conduttore che lo invita e finge d’indignarsi?

Invita in studio un ex brigatista, Raimondo Etro, uno di quelli che organizzarono il rapimento di Aldo Moro, e poiché quello ovviamente si comporta esattamente da ex brigatista allora lo caccia dallo studio tra gli applausi. Quando pensi che quella rumorosa festa di flatulenze pubbliche impropriamente chiamata talk-show abbia toccato il fondo – tra opinionisti pronta beva, casi umani e avvinazzati travestiti da guardia forestale – ecco che puntualmente Massimo Giletti e La7 arrivano a ricordarti che all’horror-show non c’è limite. Così domenica, nel circo ribattezzato “Arena”, l’ex brigatista Etro – uno che l’anno scorso diceva “torno a fare le rapine se mi levano il reddito di cittadinanza” – si intrattiene con Daniela Santanchè e Luca Telese. E le spara grosse. Truculente. Come da copione. Alla Santanchè, per esempio, dice che “volete la parità dei sessi e poi vi offendete perché uno vi dice zoccola”.

 

E più le spara grosse, più è volgarmente scombiccherato, più Giletti prende le distanze compiaciuto. Ma quello recita a soggetto, interpreta il ruolo suo, e in un impeto di surrealtà trash arriva persino a dire “meglio avere le mani sporche di sangue che di acqua come Ponzio Pilato”. Al che Giletti, divenuto la sua spalla antagonista, come il famoso onorevole Trombetta nel film di Totò, prorompe: “Eh, no, eh no. Etroooo, Etrooo. Bisogna cambiare, certo, ma non ammazzando, eh. Non ammazzando. Questo no, eh!”. La scena è semplicemente grottesca. S’infila pure Telese, sbraitando. Non si capisce più niente, i decibel superano il livello di guardia, le sparate schizzano da una parte all’altra dello schermo. Così, prima di cambiare canale orripilati, si fa appena in tempo a osservare un’ultima scena da film di Bombolo. Santanchè chiede al brigatista di scusarsi, e quello: “Scusa al cazzo!”. Ecco. Il cazzo dev’essere stato troppo. Giletti caccia l’ex brigatista fuori dallo studio, e lo fa nei tempi perfetti per il lancio della pubblicità, un attimo prima di introdurre come ospite un truffatore radiato dall’ordine dei giornalisti e sotto processo per esercizio abusivo della professione medica, Adriano Panzironi. Il problema non è cacciare questi ospiti dallo studio, il problema è farli entrare.