Olimpiadi invernali PyeongChang 2018, Slittino singolo donne (LaPresse)

Italia a cinque cerchi, non a 5 stelle

Redazione

Sulle Olimpiadi del 2026 si punti su una candidatura unitaria: Milano

Il 2026 sarà anno di Olimpiadi. Invernali. E l’Italia, dopo aver rinunciato alla possibilità di ospitare i Giochi estivi del 2020 e del 2024, stavolta ha deciso di provarci. Come sempre, però, lo ha fatto all’italiana. Così, mentre gli altri paesi hanno scelto di candidare una città (sono ancora in lizza Stoccolma, Calgary, Sapporo e Erzurum), noi abbiamo deciso di diversificare l’offerta presentandone tre: Milano, Torino e Cortina d’Ampezzo. Il governo gialloverde per evitare spaccature tra l’ala grillina, pro -Torino, e quella leghista, pro - Milano e pro - Cortina, ha affidato il compito di decidere al Coni. Cui ha raccomandato comunque di rispettare “parametri di buonsenso, in termini economici e di sostenibilità ambientale”. A noi pare che, giunti a questo punto, il primo segnale di buonsenso sia, in realtà, un altro. Preso atto che le Olimpiadi rappresentano un’occasione anche per mettere in mostra il meglio del paese (e fa piacere che anche il M5s, dopo le sbandate di Virginia Raggi, se ne sia accorto), la domanda è: come possiamo evitare di sprecarla? La risposta è semplice: rinunciando al campanilismo che, fin qui, ha prodotto questa inutile competizione a tre. Serve una candidatura unitaria. Condivisa. Una candidatura che mostri al mondo un’idea dell’Italia. Per questo, tra il progetto local-sovranista di Cortina e quello fin troppo low cost di Torino che punta soprattutto a “riciclare” i vecchi impianti realizzati nel 2006, tifiamo per Milano. L’unica città che oggi sembra in grado di esprimere, insieme alla regione Lombardia di cui è capoluogo, una visione. Questo, ovviamente, non significa escludere gli altri. Tutti possono e devono collaborare. Dividersi significa candidarsi a perdere. Per capirlo basta un po’ di buonsenso.

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