Il presidente del Coni, Giovanni Malagò (foto LaPresse)

Non lottizzate le Olimpiadi

Redazione

Il Coni dice sì alla candidatura unitaria Torino-Milano-Cortina. Ora tocca al governo. Che deve evitare campanilismi

“Abbiamo fatto esattamente quello che ci è stato chiesto dal governo”. Basterebbe questa frase di Giovanni Malagò per capire perché, dopo settimane di discussioni, il Coni ha deciso di presentare una candidatura unitaria per le Olimpiadi invernali del 2026. Tre città, Milano, Torino e Cortina, come se fossero una. Sperando che l’unione faccia forza e che tanto basti per battere Stoccolma, sfidante più accreditata per il successo finale.

Il governo aveva chiesto sostenibilità, attenzione al rapporto costi-benefici e rispetto del territorio. Le 18 pagine che riassumono la proposta del Coni sono costruite tenendo conto di queste indicazioni. E non poteva essere altrimenti visto che l’ultima parola spetterà all’esecutivo che dovrà decidere se ufficializzare o meno la candidatura.

I costi di investimento previsti dal Coni ammontano a 376,65 milioni di euro. Inferiori alle proposte di Milano e Cortina ma, soprattutto, a quella della Torino a 5 stelle di Chiara Appendino che aveva presentato un progetto da 648 milioni.

 

Il sottosegretario Simone Valente, responsabile Sport del M5s, ha detto che Palazzo Chigi attende le carte per “verificare la compatibilità dei progetti. Quindi capiremo se le Olimpiadi sono una priorità del governo e se ci sono i soldi per farle”. Non è un’ottima premessa. C’è, come sempre quando ci si approccia al mondo grillino, un velo di ambiguità. Quasi ci fosse bisogno di tenere tenere lì sullo sfondo un colpevole da additare in caso di fallimento.

 

Le Olimpiadi invernali 2026 devono essere una priorità del governo. Su questo non possono esserci dubbi. E la politica deve assumersi le proprie responsabilità. Ha quindi ragione il sindaco di Milano, Beppe Sala, quando invoca “chiarezza”. Sbaglia, però, quando annuncia che “Milano non ritiene praticabile una sua partecipazione alla governance 2026”. Il Coni ha svolto il suo compito e ha presentato quella che, date le condizioni iniziali, è la proposta migliore. Ma il nodo, adesso, è esattamente quello della governance. E Milano non può tirarsi indietro. Anzi, per vincere, questo progetto va costruito proprio attorno al “modello Milano” che in questi anni ha trasformato il capoluogo e la Lombardia tutta in un’eccellenza internazionale.

Sala ci ripensi e il governo affidi alla città di Milano il compito di guidare questo progetto. Le Olimpiadi non sono il settimo piano di Viale Mazzini. Risparmiateci lottizzazioni sovraniste e campanilismi. Siate sportivi. Almeno stavolta.