Virginia Raggi (foto LaPresse)

Sindaca diretta

Valerio Valentini

“La democrazia sarà diretta, ma l’efficienza è in differita”. Il grande convegno M5s a Roma. Parla Tonelli

Roma. “E che cos’è?”. La prima reazione di Massimiliano Tonelli, uno dei fondatori del blog “Romafaschifo”, è lo stupore. Roma – ha annunciato la sindaca Virginia Raggi con grande orgoglio – a settembre ospiterà il “Global Forum on Modern Direct Democracy”. Verranno centinaia di ospiti da tutto il mondo per parlare di “democrazia diretta”.

 

“Mai sentito prima”, confessa Tonelli. Si tratta, stando a quanto spiegano in Campidoglio, dell’“evento internazionale che punta a sviluppare e promuovere la partecipazione attiva dei cittadini alle politiche nazionali e locali”. Ma Tonelli è perplesso. “Questi sono per la democrazia diretta, si dicono innovativi, ma hanno un sito internet che pare realizzato vent’anni fa…”.

 

Non la convince? Eppure Roma ha un bisogno enorme di visibilità internazionale e di eventi importanti. O no?

“Certo. Ma proprio perché la città ha questo deficit, mi chiedo se sia di simili manifestazioni che ha bisogno”.

 

In che senso?

“Il M5s per anni ha lottato contro qualsiasi grande evento, come le Olimpiadi. Ha demonizzato qualsiasi progetto di ridefinizione urbana come una fonte di corruzione e nient’altro”.

 

Ora c’avranno ripensato. E’ un male?

“Certo, perché anziché cambiare sulla base di una pianificazione reale delle risposte da dare ai bisogni dei cittadini, lo si fa in ossequio a una ideologia di partito. Tutto ciò è inquietante. Senza contare, poi, che abbiamo rinunciato a eventi dal certo richiamo internazionale, e ora ospitiamo un evento dal dubbio valore, sia in termini di attrattività sia in termini di ricadute economiche sul territorio”.

 

Ma Roma sarà comunque l’epicentro della democrazia diretta. Un laboratorio mondiale.

“E questo è ancora più pericoloso. Anche perché siamo il paese con una dei più alti tassi di analfabetismo funzionale al mondo. Promuovere qui la democrazia diretta significa consegnare le scelte collettive in mano a una ristretta cerchia in grado di sfruttare l’ignoranza della gente”.

 

Non è una forma di maggiore condivisione dei procedimenti decisionali?

“No. E’ una tecnodittatura molto rozza. Una forma di oligarchia. D’altronde, se proprio ci avesse tenuto, alla maggiore partecipazione del popolo ai processi decisionali, la Raggi avrebbe potuto ad esempio evitare di ostacolare in ogni modo il referendum dei Radicali su Atac, no?”. 

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