Nonno sarai tu
“Abbiamo fatto la guerra!”. Una generazione incontenibile, che non ferma nemmeno un’epidemia. E guai a definirli a rischio
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La grande scrematura
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Sono tutte emergenze tranne le chat dei padri sull'e-learning
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Non è vero che non è niente. Ma i miei figli a casa mi dicono “ci arrangiamo”, e penso che andrà tutto bene
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A scuola di responsabilità
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La rabbia, la paura, la rassegnazione
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Come restare umani al tempo del grande “reset” per coronavirus
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La grande scrematura delle minchiate imposta dal coronavirus
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Poveri nonni
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Le identità in tempi di pandemia
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Nelle case dei Big Brother in cui si parla di tutto tranne di ciò di cui tutti parlano
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Famiglie, paesini, errori e il Caso. Perché il virus ha colpito proprio la Lombardia?
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L'altro schema: isolare i giovani dai vecchi
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Capalbio Over Sixty only. Idee per il postlockdown, da Ultimissima spiaggia
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Finale di civiltà
La scomparsa della vecchiaia come dato sociale in questi surreali tempi-di-coronavirus potrebbe essere racchiusa nel dialogo a distanza fra Boris Johnson e suo padre Stanley: “Preparatevi a perdere i vostri cari”, dice il premier britannico mandando in tilt i cardini umanisti su cui si regge l’Europa. “Continuerò ovviamente ad andare al pub, se sentirò il bisogno di andarci”, risponde dagli schermi di Itv il suo “caro” numero uno, e chissenefrega delle eventuali conseguenze per lui. E per gli altri? Gli altri chi. “Non smetto di vivere”, ribadiva l’altro giorno al Giornale Gianfranco D’Angelo che, con la vita un po’ da cicala che ha ammesso di aver fatto, continua a lavorare a 86 anni, e dunque nutre molte ansie per via di tutti gli spettacoli che avrebbe dovuto tenere lungo questa primavera nei teatri di mezza Italia e che “gli sono saltati per colpa dell’emergenza”. Maurizio Costanzo, ottantuno anni di cui cinquanta trascorsi a lavorare per e in televisione, dice invece che stare a guardarla tutto il giorno non gli va; per naturale riguardo all’attività sua e di famiglia, evita di osservare che rincretinirsi di show del pomeriggio è roba da vecchi, ma il senso è quello; un gagliardo “me ne frego”, dichiarato proprio in questi termini. Mai visti tanti anziani in giro come in questi giorni, tutti rigorosamente senza mascherine e senza guanti e pure belli combattivi. Tutti al supermercato; tutti a giocare a carte la domenica, anche in casa e con i pasticcini come al solito; tutti in bocciofila, mentre i giornali titolano mestamente sul focolaio scoppiato a Medicina, sedicimila abitanti nell’hinterland bolognese, fra i frequentatori in età avanzata del centro ricreativo: diciannove contagiati diretti, oltre cento in isolamento domiciliare fiduciario. Volo, raffa e navetta.
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