Una donna della resistenza ucraina sopra un carro armato russo distrutto, via LaPresse 

Letture foglianti sul conflitto

A sei mesi dall'invasione russa, l'Ucraina ferma i piani di Putin

La resistenza di Kyiv colpisce in Crimea, nel sud occupato e anche i depositi di munizioni e carburante in Russia. Gli articoli dal nostro archivio e gli ultimi avvenimenti della guerra iniziata il 24 febbraio

Era il 24 febbraio e l'offensiva sarebbe dovuta durare pochi giorni. Nelle previsioni del Cremlino (e anche in quelle del Pentagono) i russi, arrivando rapidamente a Kyiv per uccidere o mettere in fuga il presidenze Zelensky, avrebbero poi ottenuto il controllo dell'intero paese. In sostanziale inferiorità numerica, in pochi pensavano che gli ucraini avrebbero combattuto fino a oggi. Invece abbiamo assistito ai bombardamenti in Crimea, alla resistenza militare nel Donbass e a quella dei partigiani a Kherson.

Nella mappa dell'Institute for the study of war, la presenza delle truppe ucraine mantentiene quelle russe ai limiti del paese: fuori da Kharkiv, sotto la città dei sei reattori, a sud di Mykolaïv. 

Ad oggi, nell'anniversario della festa d'indipendenza dell'Ucraina, per la quale il presidente Volodymyr Zelensky ha previsto da parte della Russia "qualcosa di particolarmente crudele", il paese combatte.

Lo scorso 22 luglio si era aperto uno spiraglio diplomatico che vedeva come principale mediatore tra le due nazioni il presidente turco Recep Tayyp Erdogan. Il 19 agosto, proprio Erdogan è volato in Ucraina insieme al segretario dell'Onu Antonio Guterres. Al centro della missione, la situazione di Zhaporizhzhia sotto attacco, e la possibilità di un cessate il fuoco. Un ignegnere della centrale ha raccontato al Foglio i veri pericoli nucleari. 

Poi l'attentato a Dugina, che avrebbe dovuto coinvolgere il padre, per il quale i russi sembrano già aver trovato una colpevole - in un tempo estremamente e sospettosamente ristretto rispetto ad altri omicidi. La responsabile sarebbe Natalia Vovk, non soltanto ucraina, ma appartenente al battaglione Azov. Lo stesso battaglione che ha tra le sue fila quelli che ora sono prigionieri russi e che, durante l'assedio dell'Azovstal, hanno resistito per settimane nonostante le condizioni disperate. 

Ieri il presidente ucraino ha detto: "La vittoria passa per la riconquista della Crimea". Nei primi giorni di agosto, un evento inaspettato ha scosso la penisola, Il territorio annesso da Vladimir Putin nel 2014 ospita i russi che vi si sono trasferiti gli anni scorsi e quelli in vacanza, oltre alle armi e ai soldati. 

Il 9 agosto alcune esplosioni hanno colpito la base di Saki dimezzando la flotta aerea e provocando file lunghissime di macchine in fuga. I turisti non hanno creduto al loro stesso paese e alla versione dell'incidente. In realtà, l'attacco in Crimea fa parte della strategia delle "tre D".

D'altronde, il 25 maggio, Zelensky aveva sostenuto pubblicamente che il Donbass e la Crimea non sarebbero più stati negoziabili. A spingere all'azione dal lato ucraino è stata anche l'intenzione di Putin di progettare un referendum come quello (illegittimo) in Crimea, per annettere le zone conquistate e in particolare Kherson.

Da due mesi, la resistenza ucraina sfrutta gli Himars, i lanciarazzi potenti e precisi messi a disposizione dall'occidente che hanno rivoluzionato la situazione sul campo costringendo Mosca a proteggersi invece che avanzare. 

A cura di Antonia Ferri