(Foto LaPresse)

Festa del cinema tra balli e amatriciane

Giuseppe Fantasia

Bill Murray non si sveglia, Mattarella si addormenta e Franceschini spegne le candeline

"Essere umili, non significa essere inferiori”, ci dice Raffaella Carrà nel presentarci in Rai il suo programma (“A raccontare comincia tu”), ribadendo di non aver più voglia di lavorare. Lavora molto anche Martin Scorsese, che alla Festa del Cinema di Roma presenta “The Irishman”, ma alla proiezione ufficiale (tre ore e mezza), fa quasi addormentare il presidente Mattarella accanto a lui. A cena, all’Antica Pesa, riservata solo alla sua famiglia e a Netflix, tra un risotto, un filetto e una millefoglie, va decisamente meglio. Ore piccole a Palazzo Brancaccio con Edward Norton, sua moglie Shanna Robertson, John Turturro, Ethan Coen e Bill Murray che non si fa i selfie con nessuno, perché troppo preso dalla bellezza dei saloni ottocenteschi dove fa ballare Le Freak a un’imbarazzata Orsetta Gregoretti, senza però mai dimenticare le chic. Il giorno dopo, lui non si sveglia, non va alla conferenza stampa e ritira il premio alla carriera con quaranta minuti di ritardo con Wes Anderson e, a sorpresa, Frances McDormand, davvero cool con le Birkenstock rosse. Puntuali e adorabili Imelda Staunton e Jim Carter, marito e moglie nella vita, compagni di set a Downton Abbey. Festa a tema all’ambasciata inglese a Villa Wolkonsy che coincide con una doppia nella casa/museo dei Barillari alla Camilluccia: quella per Antonio Monda e il ministro Dario Franceschini, nati lo stesso giorno. L’amatriciana piace a tutti, persino al timido regista Hirokazu Kore’eda e a Breat Easton Ellis, annoiato dai Millennials. “La Carbonara non esiste”, stando al libro Giunti di Alessandro Trocino, ma da Eggs a Trastevere ce ne sono in gran varietà. Per smaltirle, seguiremo il consiglio che ci da’ John Travolta: ballare, ballare e ancora ballare, si spera senza febbre e sempre. Non per forza di sabato e non soltanto la sera.