(foto Ansa)

Dio ci salvi dall'asterisco eviratore

Camillo Langone

Il “Car* tutt*” dell’italiano genderizzato sta traboccando dagli ambiti tradizionalmente nichilisti per allagare gli uffici stampa, le aziende, la politica

Mi chiedono di scrivere contro i monopattini. Sì, ingombrano ulteriormente i marciapiedi e le vie dei poveri centri storici. Ma no, credo che riusciremo a sopravvivere anche a questi veicoletti molesti. Invece non so se riusciremo a sopravvivere all’asterisco egualitario, al “Car* tutt*” dell’italiano genderizzato. Sta traboccando dagli ambiti tradizionalmente nichilisti, le facoltà umanistiche, per allagare gli uffici stampa, le aziende, la politica. Cominciano a scrivermi persone che scrivono così. Anche uomini, dimissionari della virilità. Io non gli rispondo perché gli asterischi sono proprio come i monopattini, finché sono pochi li puoi scansare. Quando però diventeranno tanti non credo sarà più possibile fingere che non esistano. “La lingua agisce sul pensiero” afferma il linguista asterischista Pietro Maturi, ed è come dire che a forza di asterischi il maschio non si penserà più tale e si ritroverà castrato per via linguistica. E chi ha bisogno di eunuchi? Non le donne eterosessuali e nemmeno le lettere G, B e T dell’arcipelago LGBT… Dio mi salvi dall’asterisco eviratore.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).