(foto Unsplash)

I Parioli sono un monumento antropologico

Camillo Langone

A Roma nord ho ritrovato una serena atmosfera monoetnica, bellissime terrazze e padelloni di fettuccine: come essere nel 1990

San Roberto Bellarmino, accendo lumini nella tua chiesa di Piazza Ungheria per la salute mia e delle persone che amo, e sono di uno strano buonumore perché ho appena scoperto che i Parioli esistono ancora. I Parioli sono un monumento antropologico, piuttosto ben conservato visto che fra viale Liegi e viale Parioli ho incontrato perfino uomini in giacca e cravatta, dopo che per settimane su e giù per l’Italia ho visto solo straccioni. Belli quasi tutti i palazzi, bellissime certe terrazze, serena l’atmosfera monoetnica, sana la tavolata di ventenni in camicia azzurra o bianca al Mattarello, potrebbe essere il 1990, sei giovani benestanti che non sembrano avere un pensiero al mondo, parlano, ridono, ordinano, esultano davanti ai padelloni di fettuccine. Ha scritto Marc Augé che i monumenti fanno pensare alla continuità delle generazioni, ossia liberano dall’assedio del contingente. Io sono molto italiano, molto italico e perciò da varie migliaia di anni antiromano, eppure i Parioli rasserenano anche me. San Roberto Bellarmino, continua a proteggere il tuo quartiere, fa’ che sia sempre il 1990 in queste vie.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).