(foto LaPresse)

Non sono superstizioso, per cui entro in libreria senza mascherina

Camillo Langone

L'ho fatto e sono stato redarguito. "Così vince Amazon", ho spiegato alla libraia

La libreria 1, la piccola libreria da cui abitualmente mi servo, è rimasta chiusa (il mio libraio si offre di portarmi i libri a casa ma io ho buone gambe, una bella bicicletta, tanta voglia di uscire...). La libreria 2, la grande libreria di catena, è rimasta chiusa. La libreria 3, la media libreria, è aperta. Un cartello fa presente l’obbligo di mascherina. Io entro senza mascherina come entro senza mascherina ovunque perché non sono superstizioso, non credo che i gatti neri portino sfortuna e non credo che le mascherine azzurrine portino salute e prosperità (lo dice l’Oms che le mascherine chirurgiche, per giunta usate scorrettamente come fanno tutti, rappresentano una rassicurazione, e una rassicurazione irrazionale io la chiamo superstizione). Dentro ci sono alcune persone tutte mascherinate. Non trovo il libro che cercavo. Mi avvicino al bancone per chiederlo alla libraia che mi blocca: “Qui non si può entrare senza mascherina”. “Così vince Amazon”, le spiego, preoccupato per il suo posto di lavoro, ed esco. Adesso cosa faccio? Escludendo l’ipotesi Amazon, azienda di quel Bezos che si arricchisce sull’impoverimento del mondo: 1) mi faccio portare il libro a casa dal mio libraio, accettando il ruolo del disabile? 2) mi metto una maledetta mascherina e torno nella media libreria, accettando il ruolo dello zombi scaramantico? 3) aspetto il giorno, il mese, l’anno in cui saranno aperte e agibili tutte le librerie? Prego Giobbe e Salomone di darmi pazienza e sapienza, ossia una risposta.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).