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Le parole del Cav.

Berlusconi difende Nordio: "Sosteniamo le sue riforme con assoluta convinzione"

Francesco Bercic

Per il presidente di Forza Italia non si può "trattare ogni cittadino come se fosse un sospetto mafioso". Sull'autonomia differenziata teme che "vi siano contrapposizioni territoriali", mentre definisce "sbagliato" lo sciopero dei benzinai

Che Silvio Berlusconi fosse in armonia con la linea del ministro della Giustizia Carlo Nordio, non è certo una novità. Ma che lo difendesse “con assoluta convinzione”, scagliandosi apertamente contro la “faziosità, falsità e incultura giuridica” di “alcuni settori”, è probabilmente il segno più evidente di quanto il Cav. abbia a cuore la riforma della giustizia. Nell'intervista al Corriere di oggi, Berlusconi inizia col tacitare una lettura a suo parere infondata: “L’idea che essere garantisti significhi essere meno fermi nella lotta alla mafia è semplicemente assurda”. Rivendicando così le sue scelte passate – quelle di “un uomo che fece arrestare 6.754 mafiosi compresi 29 dei 30 latitanti più pericolosi” – e, soprattutto, un principio inderogabile: “Il contrasto alla criminalità organizzata e la tutela delle persone perbene in uno stato di diritto non possono mai essere contrapposti”. 

Sono questi i motivi che lo portano a ribadire il sostegno al Guardasigilli e a pararlo dalle accuse degli ultimi giorni. La riforma, spiega il Cav., “non è certo contro la magistratura, anzi è dalla parte dei magistrati seri e corretti”. “Che sono la grande maggioranza”, tiene a specificare. Mentre sugli eventuali disaccordi nella maggioranza: “Non esiste alcuna questione politica”. “Il centrodestra è unito e proprio su questi temi lo ha dimostrato pochi giorni fa in Parlamento”.

 

Ampio spazio Berlusconi poi lo dedica al tema delle intercettazioni. “L’idea che 'non esistano innocenti ma solo colpevoli non ancora scoperti', come diceva uno dei protagonisti di Mani pulite, è un incubo orwelliano”. Una citazione da cui il Cav. ricava la sua conclusione: “Non possiamo trattare ogni cittadino come se fosse un sospetto mafioso”, dice tirando in ballo il “diritto alla privacy”. E additandone gli avversari come “il male che vogliamo combattere”.

Dalla giustizia, il discorso si sposta alle due grandi riforme che il governo sta studiando: il presidenzialismo (sostenuto da Meloni) e l'autonomia differenziata (sostenuta dalla Lega e da Salvini in particolare). Quest'ultima nella fattispecie risulta essere per Berlusconi il progetto più complicato: tanto che il suo silenzio sull'argomento durante il lungo discorso tenuto a Villa Gernetto la scorsa settimana, aveva fatto dubitare qualcuno del suo appoggio. Questa volta il Cav. si esprime, ma lo fa con prudenza: “Non possiamo permettere che su questo tema vi siano contrapposizioni territoriali”, avvisa.

Sul presidenzialismo le sue parole restano più nette: si deve fare "con il concorso di tutti", le opposizioni saranno coinvolte, ma “non hanno un diritto di veto”. Mentre, in ambito internazionale, rilancia l'idea di un Fondo sovrano europeo, inserendolo nella stessa "riflessione complessiva" in cui dovrebbe rientrare anche il Mes: per quest'ultimo, rimane secondo il Cav. l'esigenza di un “aggiornamento, senza stravolgerlo”.

Berlusconi si concede infine un ultimo rilievo sullo sciopero dei benzinai iniziato ieri. Prima lo definisce “sbagliato”, perché “penalizza i cittadini incolpevoli”. Poi però sembra comprenderne le ragioni, ritornando su una polemica del recente periodo: “I benzinai sono stati ingiustamente indicati come speculatori”. Forse un riferimento alla stessa Meloni, che usò proprio questo termine per definire la categoria (salvo fare marcia indietro poco dopo). Ma il Cav. preferisce rimanere vago, non chiarendo chi sia stato il mandante dell'accusa.