La bussola verde

Gas e nucleare nella tassonomia dell'Ue. Ma a che condizioni?

David Carretta

La decisione d'includere gas e nucleare nella tassonomia utile agli investimenti del Green New Deal divide Germania e Francia. La Commissione cerca di mediare, mentre il mondo ambientalista è in rivolta e lancia l'accusa di "greenwashing"

Il 2021 della Commissione si chiuderà con una decisione controversa: l’inserimento di nucleare e gas nella tassonomia del Green deal, che servirà a indirizzare gli investimenti pubblici e privati verso le tecnologie necessarie alla transizione climatica. La tassonomia è stata oggetto di un grande scontro tra Germania e Francia sul nucleare. L’aumento dei prezzi di gas ed elettricità in Europa ha approfondito la spaccatura e al Consiglio europeo del 16 dicembre, i capi di stato e di governo non sono riusciti ad adottare conclusioni sull’energia. Il governo di Olaf Scholz, come quello di Angela Merkel, è alla testa di un gruppo di paesi (Spagna, Austria, Danimarca e Lussemburgo) contrario all’inserimento del nucleare nella tassonomia. Quello di Emmanuel Macron ha organizzato il fronte pro nucleare alleandosi con Finlandia, Svezia e i paesi dell’est. Dopo molte esitazioni e rinvii, la Commissione ha scelto una soluzione di compromesso. La decisione sulla tassonomia “includerà al contempo il gas e il nucleare”, ha annunciato la scorsa settimana il commissario al Mercato interno, Thierry Breton. “Abbiamo bisogno ancora di dieci giorni o due settimane per le consultazioni”, ma “spero che saremo in grado di presentare la nostra proposta finale a metà gennaio”, ha detto Breton. Salvo ulteriori sorprese, la data dovrebbe essere il 18 gennaio.


La tassonomia è la classificazione degli investimenti che portano un contributo sostanziale agli obiettivi del Green deal. L’inserimento di questo o quel settore può spostare centinaia di miliardi di investimenti. Dai fondi pensione olandesi alla Bce, passando per le imprese che chiedono prestiti a tassi agevolati, la tassonomia diventerà la bussola della finanza del futuro. Anche l’idea di una “golden rule verde” per escludere alcuni investimenti dalle regole del Patto di stabilità e crescita dovrebbe essere costruita attorno alla tassonomia. Un primo atto delegato è stato adottato ad aprile per includere tutte le rinnovabili e altre attività considerate sostenibili. Su gas e nucleare, la Commissione aveva deciso di non decidere, malgrado il parere positivo del suo servizio scientifico interno (il Joint Research Centre) sulla base del fatto che il nucleare era a emissioni quasi zero. L’orientamento iniziale di von der Leyen era di allineare la tassonomia dell’Ue alla politica della Germania, che sta per chiudere definitivamente i suoi reattori: classificare il gas come energia di transizione ed escludere il nucleare per favorire gli investimenti in eolico, solare e idrogeno. La ribellione della Francia e dei paesi dell’est ha costretto la Commissione a rivalutare la sua posizione, fino al grande mercanteggiamento delle ultime settimane. 


Sulla tassonomia “la nostra intenzione è avviare la procedura per gli atti delegati complementari prima della fine dell’anno”, spiega al Foglio un portavoce della Commissione. Tra oggi e venerdì la bozza sulla tassonomia dovrebbe essere trasmessa agli stati membri e alla piattaforma sulla finanza sostenibile (un organismo tecnico formato da esperti del settore finanziario e del mondo delle imprese, delle ong e della società civile, dell’accademia e dei think tank). Scholz ha lasciato intendere che la Germania potrebbe votare contro l’inserimento del nucleare, ma senza bloccare il provvedimento per non arrivare a una rottura con Macron. Ma il diavolo sarà nei dettagli della proposta della Commissione. Le centrali nucleari di terza generazione saranno considerate come sostenibili oppure come fonte di transizione? Come verranno trattati i piccoli reattori modulari? E come verranno considerate le scorie? Gli investimenti nel nucleare saranno considerati compatibili con il Green deal fino al 2040 (come vorrebbe la Commissione) oppure fino al 2050 (come chiede la Francia)? Interrogativi simili si pongono per il gas. Quale sarà la soglia massima di emissioni di CO2 per le nuove centrali? Dovranno essere convertibili a idrogeno? In che anno il gas non sarà più considerato come energia di transizione? In attesa delle risposte della Commissione, il mondo ambientalista è già in rivolta e accusa la Commissione di “greenwashing”: classificare come verdi energie che danneggiano l’ambiente.