Nikola Johnny Mirkovic via Unsplash 

Tensioni elettriche in Ue

David Carretta

Cosa fare di fronte all'impennata dei prezzi dell'energia? Riunione a Lussemburgo. I paesi dell'Unione sono divisi. La tassonomia, il nucleare e la prospettiva di acquisti comuni

I ministri dell'Energia dell'Unione europea oggi terranno una riunione straordinaria a Lussemburgo per discutere di cosa fare di fronte all'impennata dei prezzi. Ma la riunione si annuncia esplosiva, dopo che ieri un gruppo di nove paesi - tra cui la Germania - ha pubblicato un documento per respingere il tentativo di Francia e Spagna di modificare le regole del mercato dell'energia nell'Ue e disaccoppiare i prezzi dell'elettricità da quelli del gas o quello di alcuni paesi dell'est di far saltare il sistema Ets. "Dobbiamo stare molto attenti prima di interferire nel disegno dei mercati interni dell'energia. Questo non sarà un rimedio per mitigare l'attuale aumento dei prezzi legato ai mercati dei combustibili fossili", si legge nel documento sottoscritto da Austria, Germania, Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Lettonia e Paesi Bassi. I nove paesi ritengono che le misure nel breve periodo debbano limitarsi ad "azioni nazionali temporanee e mirate" per proteggere i consumatori e le imprese vulnerabili. Nel medio periodo, "una parte centrale della soluzione sta nelle misure di efficienza energetica e nel dispiegamento accelerato di fondi di energia rinnovabili".
  


Questa è Europa Ore 7 di martedì 26 ottobre, la newsletter di David Carretta realizzata con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo. Per riceverla ogni giorno nella tua mail clicca qui e iscriviti


 
La "toolbox" presentata dalla Commissione il 13 ottobre e le quattro ore di dibattito tra i capi di stato e di governo al Consiglio europeo il 21 ottobre non hanno permesso di arrivare a una sintesi europea su come far fronte all'aumento del prezzo dell'energia. La presidenza slovena dell'Ue ha strutturato il dibattito al Consiglio straordinario energia attorno a due domande. Primo, come l'azione a livello di Ue  può sostenere e complementare le misure immediate prese dagli stati membri per mitigare l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia su cittadini e imprese? Secondo, ci sono misure di medio termine proposte dalla Commissione sufficienti a affrontare la sfida delle future fluttuazione dei prezzi dell'energia? Le risposte dei ventisette divergono. Il gruppo dei nove privilegia lo status quo sul mercato interno dell'energia per proseguire sull'attuale strade del Green deal. "Non possiamo sostenere (...) una riforma ad hoc del mercato dell'elettricità all'ingrosso", si legge nel documento. Per il medio periodo, oltre ad accelerare sul pacchetto "Fit for 55", il gruppo dei nove si limita a proporre di migliorare l'interconnessione elettrica.
  


Le posizioni di Francia, Spagna e paesi dell'est - seppur differenziate - sono molto diverse da quelle del gruppo dei nove. Parigi e Madrid spingono per una riforma profonda del mercato dell'energia, in particolare per disaccoppiare il prezzo dell'elettricità da quello del gas. Alcuni ministri diranno che serve “avere di più a livello europeo” rispetto alla “Toolbox” presentata dalla Commissione e chiederanno “ulteriori discussioni” sul mercato interno dell'energia, ci ha spiegato una fonte dell'Ue.
   

Turbine eoliche vicino ad Hannover, in Germania (Julian Stratenschulte/dpa via AP) 
    
Diversi paesi dell'est, particolarmente dipendenti dal carbone, puntano il dito sull'attuale sistema dello scambio di quote di emissioni Ets. Il premier ceco, Andrej Babis, ha tenuto in ostaggio le conclusioni del Consiglio europeo per alcune ore per cercare di modificare gli Ets, ma invano. Nel dibattito a Lussemburgo, la battaglia contro gli Ets potrebbero rientrare dalla finestra per l'opposizione di un numero sempre più grande di paesi a una delle proposte faro del pacchetto “Fit for 55”: allargare il sistema a carburante per i trasporti su strada e riscaldamento degli immobili. Ci aspettiamo che le discussioni sul clima rientrino nelle discussioni sui prezzi dell'energia”, ci ha detto la fonte dell'Ue: “Alcuni stati membri vedono la politica climatica come una risposta giusta all'aumento dei prezzi, altri sottolineano alcuni disfunzionamenti sugli Ets. Su questo ci sono divergenze”.
   

  
Nel dibattito di oggi diversi ministri interverranno anche sulla tassonomia. Venerdì, dopo il Consiglio europeo, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha lasciato intendere che il nucleare (oltre al gas) potrebbe rientrare nella classificazione degli investimenti verdi. E' quello che chiedono la Francia e altri dieci paesi. Ma Germania, Austria, Lussemburgo, Danimarca e Spagna sono contrari. Anche sul gas ci sono divisioni. Tutto il pranzo dei ministri dell'Energia sarà dedicato al tema del gas. Nessuno ha sollevato obiezioni alla prospettiva di acquisti comuni per creare una riserva strategica come chiesto da Spagna e Italia. Ma la Germania e altri hanno insistito affinché lo schema sia volontario semplicemente perché non intendono partecipare. La Polonia insiste affinché la Commissione apra un'indagine sul comportamento del gigante russo Gazprom. Il consigliere di Joe Biden per la sicurezza energetica globale, Amos Hochstein, ieri ha lasciato intendere che la Russia sta usando il gas come arma politica. "Ci stiamo avvicinando a quella linea se la Russia  ha davvero il gas da fornire e sceglie di non farlo, e lo farà solo se l'Europa accetterà altre richieste che sono totalmente estranee", ha detto Hochstein.