Ludovic Marin, Pool Photo via AP

Bollette troppo alte, le rinnovabili non bastano. L'Ue si divide tra gas e nucleare

David Carretta

I Ventisette si dividono sulle tecnologie da adottare per accompagnare il Green deal. Francia contro Germania

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ieri ha annunciato che il primo obiettivo del suo piano di investimenti da 30 miliardi di euro “France 2030” sarà di sviluppare “reattori nucleari di piccole dimensioni” per sostenere la transizione climatica e la decarbonizzazione dell’economia. “Avremo ancora bisogno di questa tecnologia”, ha detto Macron a proposito del nucleare che, complice l’aumento del prezzo dell’energia, sta raccogliendo nuovi consensi dentro l’Unione europea. Uno dei tanti fattori che ha contribuito alla recente impennata dei prezzi è stata la mancanza di vento nell’Europa settentrionale, che ha provocato una riduzione delle forniture di energia eolica. Secondo alcuni scienziati il fenomeno potrebbe non essere temporaneo, ma strutturale: la causa del calo del 15 per cento della forza del vento – secondo il gruppo indipendente Vortex – potrebbe essere lo stesso cambiamento climatico che l’Ue vuole combattere con il suo Green deal. Il nucleare non è considerato un’energia pulita a causa delle scorie, ma è a basse emissioni e può risolvere i problemi legati alla volatilità e alle difficoltà di stoccaggio delle fonti rinnovabili. L’altra tecnologia per compensare le rinnovabili è il gas che, però, presenta un doppio svantaggio: il livello molto più elevato di emissioni e l’esposizione alla volatilità del prezzo e ai fornitori stranieri. I livelli record del prezzo del gas degli ultimi mesi hanno spinto alcuni produttori di elettricità europei a riaccendere le centrali a carbone, con conseguente aumento delle emissioni di CO2.

 

La Commissione europea oggi presenterà la sua “Tool box” per affrontare gli aumenti dei prezzi attuali. La commissaria all’Energia, Kadri Simson, ha già annunciato che non ci saranno rivoluzioni. La “Tool box” servirà a chiarire quali misure gli stati membri possono prendere per aiutare famiglie e imprese. La Commissione consiglierà di concentrarsi sui più vulnerabili e di usare le risorse aggiuntive derivanti dal sistema di scambio delle emissioni Ets. Al di là di qualche vago accenno, le proposte su acquisti comuni di gas per creare una riserva strategica arriveranno solo a dicembre. Ma la crisi dei prezzi ha rilanciato lo scontro tra gli stati membri sull’uso del nucleare e del gas come tecnologie per accompagnare e realizzare il Green deal.

La Commissione deve decidere se inserire nucleare e gas nella “tassonomia”, cioè le regole di classificazione che si applicano alle attività economiche per poterle definire “sostenibili” e dunque beneficiare di trattamenti finanziari favorevoli. La decisione è stata rinviata più volte, malgrado un parere positivo da parte degli esperti che lavorano per la Commissione. La Germania milita per il gas, uscirà dal nucleare nel 2022, mentre il possibile ingresso dei Verdi al governo a Berlino pesa anche a Bruxelles. In luglio Germania, Spagna, Austria, Lussemburgo e Danimarca hanno scritto alla Commissione per dire che sono contrari a inserire il nucleare nella “tassonomia” perché “danneggerebbe la sua integrità e credibilità”. Ma questa settimana i ministri delle Finanze e dell’Energia di dieci paesi – che alcuni hanno ribattezzato l’Alleanza nucleare – hanno risposto con un’altra lettera per dire che “il nucleare deve essere parte della soluzione”. Secondo i dieci, la crisi attuale dei prezzi dimostra che, “se le fonti di energia rinnovabili giocano un ruolo chiave per la nostra transizione energetica, non possono produrre sufficiente elettricità a basse emissioni per andare incontro alle nostre necessità a un livello costante e sufficiente”.

La Francia continuerà a puntare sulle grandi centrali nucleari, ma i cosiddetti “small modular reactors” che Macron vuole sviluppare potrebbero essere venduti ad altri paesi per compensare le rinnovabili e ridurre la dipendenza dal gas. Escludere il nucleare dalla “tassonomia” significherebbe scoraggiare gli investimenti. Oltre alla Francia, l’Alleanza nucleare include Repubblica ceca, Bulgaria, Croazia, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia. La novità è la presenza della Finlandia dove i Verdi, tradizionalmente antinucleare, sono nella coalizione di governo. I Verdi finlandesi, contrariamente a quelli europei, hanno optato per la “neutralità tecnologica” pur di raggiungere la neutralità climatica.

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