Europa Ore 7

Mezza Ue si rivolta contro “Fit for 55”

La Germania verso la coalizione "Semaforo" e il cancelliere austriaco Kurz indagato per corruzione. Il Summit Ue-Balcani occidentali: i 27 divisi se aprire le porte o meno. La furia di Macron, lo stallo sui Recovery di Polonia e Ungheria e il braccio di ferro Corte Ue-Varsavia

David Carretta

Ieri i ministri dell'Ambiente si sono messi a litigare a Lussemburgo sul pacchetto legislativo della Commissione per ridurre le emissioni del 55 per cento entro il 2050. Ma la vera linea di frattura riguarda l'estensione del sistema Ets a trasporti su strada (cioè benzina più cara) e immobili (cioè riscaldamento più caro). Questa misura porterà a un incremento ulteriore delle bollette per le famiglie

L'aumento dei prezzi dell'energia ha creato nuove tensioni dentro l'Unione europea, con i capi di stato e di governo dei ventisette divisi sulla risposta da dare al caro bolletta nelle loro discussioni a margine del summit con i paesi dei Balcani a Brdo in Slovenia. “Consiglio di non cercare soluzioni troppo semplici”, ha detto la cancelliera tedesca, Angela Merkel, nel momento in cui cinque paesi – Francia, Spagna, Repubblica ceca, Polonia e Grecia – chiedono una risposta europea. La Commissione presenterà le sue proposte la prossima settimana. Tuttavia la sua presidente Ursula von der Leyen ha ricordato che le misure immediate devono essere prese a livello nazionale. Le risorse aggiuntive del sistema di scambio di emissione Ets possono essere utilizzate a fini sociali.

 

Von der Leyen ha aperto alla possibilità di creare una riserva strategica, ma è un progetto che non si realizzerà nel breve periodo. Per la Commissione, la priorità è salvare l'impostazione del suo Green deal: chiunque inquina paga. L'offensiva dei cinque paesi, che chiedono di riformare il mercato europeo dell'energia e di intervenire sugli Ets per paura di una rivolta stile Gilet gialli, mette a rischio quell'obiettivo. Ma ancor più pericolosa è l'alleanza tra alcuni governi e deputati europei che si oppone a una delle principali proposte della Commissione: estendere gli Ets a trasporti su strada e riscaldamento degli immobili.

 

Ieri, mentre i leader litigavano a Brdo, i loro ministri dell'Ambiente si sono messi a litigare a Lussemburgo in una riunione del Consiglio dedicata a “Fit for 55”, il pacchetto legislativo della Commissione per ridurre le emissioni del 55 per cento entro il 2050. Ciascun paese ha specificità proprie. La Grecia – per esempio – vuole preservare il settore marittimo. Chi produce o assembla automobili ha espresso dubbi sull'abolizione del motore a combustione nel 2035. Ma la vera linea di frattura riguarda l'estensione del sistema Ets a trasporti su strada (cioè benzina più cara) e immobili (cioè riscaldamento più caro). Questa misura porterà a un incremento ulteriore delle bollette per le famiglie. E' una delle ragioni per cui l'impennata attuale dei prezzi dell'energia viene utilizzata da alcuni paesi per cercare di bloccare il Green deal. “L'Ue deve cambiare la sua politica perché in parte la ragione per cui i prezzi salgono è colpa della Commissione”, ha detto ieri il premier ungherese, Viktor Orban. “Il problema per l'Ungheria è la nuova regolamentazione del Green deal è una tassazione indiretta per proprietari di appartamenti, case e auto, che non è accettabile”.

 

Nel Consiglio Ambiente, l'Austria è stata la prima a parlare spiegando di essere favorevole all'estensione degli Ets a trasporti e immobili (ha appena introdotto un sistema simile). Nel gruppo dei favorevoli ci sono Germania, Svezia, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Lussemburgo e Croazia, oltre all'Austria. Il Portogallo è prudente, come il Belgio e l'Irlanda, in particolare per ragioni sociali o fiscali. Il fronte degli scettici o contrari è molto più ampio e conta dei pesi massimi: Francia, Spagna, Polonia, Ungheria, Romania, Francia, Cipro, Slovacchia, Repubblica ceca, Lituania, Malta, Estonia, Grecia, Lettonia e Bulgaria. Per molti di loro il Fondo sociale climatico proposto dalla Commissione non basta.

 

Anche dentro il Parlamento europeo c'è un fronte di contrari sempre più ampio: il Partito popolare europeo, il liberale Pascal Canfin (presidente della commissione Ambiente e vicino a Emmanuel Macron), i gruppi della destra sovranista e nazionalista. Il gruppo dei Socialisti&Democratici non è convinto ma rimane silente, anche perché lo sponsor dell'estensione degli Ets a carburante e riscaldamento è il loro Frans Timmermans, il vicepresidente della Commissione responsabile per il Clima. “Non voglio essere dogmatico”, ha detto ieri Timmermans ai ministri: “Se avete una proposta migliore che permetta di arrivare allo stesso risultato, la sosterremo”. Ma nessuno ha proposto alternative.

 

E l'Italia? Ieri a Lussemburgo era rappresentata dal ministro per la Transizione, Roberto Cingolani. Si parlava di estensione degli Ets a tutta l'industria e ai consumatori, di fine del motore a combustione, di misure sociali, eccetera. Ma durante il dibattito della mattina su “Fit for 55” Cingolani è stato l'unico ministro dei ventisette a non intervenire.

 

Cingolani almeno ha parlato nel pomeriggio durante un dibattito pubblico sull'aumento attuale del prezzo dell'energia. Un breve intervento per lanciare alcuni messaggi. Ne abbiamo registrati quattro. Primo, l'aumento dei prezzi non ha “niente a che fare con la transizione ecologica”, ma è dovuto a “nervosismo di mercato”. Secondo, Cingolani ritiene che “dopo marzo, quando Nord Stream 2 entrerà in funzione” forse i prezzi “potrebbero scendere” (la Polonia che denuncia manipolazioni di mercato e estorsioni da parte della Russia non sarà contenta, ma come spiega il Financial Times un intervento ieri di Vladimir Putin ha calmato le tensioni). Terzo, per l'Italia non c'è una “soluzione unica” all'impennata dei prezzi, ma serve una “piattaforma globale europea per il gas” per negoziare grandi quantità e stoccare, possibilmente da diversi fornitori, ha detto Cingolani. Quarto, il ministro non sembra rinunciare al nucleare. Pur riconoscendo che è competenza nazionale, Cingolani ha chiesto una riflessione europea sul “mix energetico per il futuro”.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 7 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

La Germania tenta la coalizione semaforo - I leader dei Verdi e dei liberali della Fdp ieri hanno annunciato l'avvio di negoziati con la Spd per una coalizione “Semaforo”, anche se non hanno escluso che alla fine la Germania potrebbe ritrovarsi con una coalizione “Giamaica” con i cristiano-democratici al posto dei socialdemocratici. “Gli elettori ci hanno dato un mandato per governare insieme”, ha spiegato il candidato cancelliere della Spd, Olaf Scholz, che potrebbe ritrovarsi a guidare la prima coalizione a tre della storia della Germania del dopo guerra. Sul Foglio Daniel Mosseri spiega tutti i dettagli del passo inedito verso la coalizione “Semaforo”. Il leader della Fdp, Christian Lindner, ha detto che avrebbe preferito la “Giamaica”, ma ha giustificato la scelta della “Semaforo” con le discussioni pubbliche dentro la Cdu-Csu sulla “unità e volontà di governare”. Lindner ha spiegato che entrerà solo in un “governo di centro, che rafforzi i valori della libertà e dia un vero impulso al rinnovamento del paese”. Il co-presidente dei Verdi, Robert Habeck, ha detto che la “Semaforo” ha “più possibili sovrapposizioni in termini di politiche”, ma che la “Giamaica” non è “completamente esclusa”.

 

Kurz indagato per corruzione in Austria - Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, è indagato nell'ambito di un'inchiesta per corruzione, concussione e peculato che coinvolge il suo Partito popolare e minaccia di far cadere il suo governo di coalizione con i Verdi. Ieri a Vienna ci sono state perquisizioni nelle sedi di alcuni ministeri. I procuratori sospettano l'utilizzo di fondi del ministero delle Finanze (1,2 milioni di euro) a vantaggio di un gruppo editoriale vicino a Kurz, che pubblica il tabloid Oesterreich. I versamenti, attraverso un sistema di fatture false, sarebbero avvenuti tra il 2016 e il 2017, quando Kurz era ministro degli Esteri, ma stava già preparando la sua corsa per la leadership del Partito popolare austriaco. Stella della nuova generazione del Ppe in Europa, Kurz era già indagato per falsa testimonianza nell'ambito dell'inchiesta sull'Ibiza gate che aveva portato alla caduta del suo governo con l'estrema destra della Fpo. In una dichiarazione il Partito popolare austriaco ha detto che l'inchiesta è “politicamente motivata”.

 

L'Ue divisa su aprire le sue porte ai Balcani - Il Summit Ue-Balcani occidentali che si è tenuto ieri a Brdo si è concluso come vi avevamo anticipato qui: con una dichiarazione molto lunga in cui i ventisette promettono molti soldi (9 miliardi di euro che con la leva finanziaria potrebbero diventare 30), si dicono impegnati a sostenere il processo di allargamento, salvo aggiungere che una delle condizioni è la capacità della stessa Ue di assorbire nuovi membri. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha detto che “i Balcani occidentali sono parte della stessa Europa” e che “l'Ue non è completa senza i Balcani occidentali. Vogliamo i Balcani occidentali nell'Ue”. Il ministro francese per gli Affari europei, Clément Beaune, che ha accompagnato Emmanuel Macron ha una una visione molto diversa. “L'Ue è già abbastanza difficile farla funzionare e prendere decisioni rapide a 27. Non andrà meglio se siamo di più”.

 

In campagna elettorale Macron si fa furioso - Già lanciato in campagna per la sua rielezione, Emmanuel Macron sta usando l'Ue per mostrare quanto è furioso. Furioso nel senso di arrabbiato, quando qualcuno tocca gli interessi della Francia. Furioso nel senso di furia, quando si muove per promuovere le sue idee in Europa. La cena informale dei leader sull'autonomia strategica e la difesa martedì, in fondo, era tutta incentrata sulle proteste di Macron contro gli Stati Uniti per l'Aukus e le sue proposte per la “sovranità europea”. Oggi è giovedì e, dopo la pausa estiva, esce il nuovo numero della rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini sono andate a vedere quanto è furioso Macron.

 

Gentiloni conferma lo stallo sui Recovery di Polonia e Ungheria - Il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, ieri ha confermato davanti al Parlamento europeo che l'approvazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza presentati da Polonia e Ungheria per ottenere le risorse del Recovery fund è bloccata. "La Commissione si adopera per far rispettare lo stato di diritto nell'Ue, tutti ne devono rendere conto e siamo preoccupati sulla situazione in alcuni stati membri", ha detto Gentiloni. La Commissione è determinata a difendere questi principi e questi valori", ha spiegato il commissario. Nel dibattito in plenaria, la maggior parte dei deputati europei ha chiesto che il processo di approvazione sia più trasparenza per permettere di capire quali misure i governi polacco e ungherese hanno preso per risolvere le preoccupazioni legate allo stato di diritto, l'indipendenza della giustizia, la primazia del diritto dell'Ue, le gare di appalto, la corruzione e il trattamento delle minoranze. Molti deputati hanno chiesto alla Commissione di non approvare i piani di Varsavia e Budapest se non saranno in linea con la condizionalità sullo stato di diritto.

 

La Corte Ue continua il braccio di ferro con la Polonia - La Corte di giustizia dell'Ue ieri ha rigettato la domanda della Polonia volta a revocare l’ordinanza del 14 luglio 2021 che impone l'immediata sospensione dell'applicazione delle disposizioni nazionali relative alle competenze della sezione disciplinare della Corte Suprema. Secondo la vicepresidente della Corte dell'Ue, la decisione della Corte Costituzionale polacca intervenuta dopo la pronuncia dell’ordinanza non costituisce mutamento di circostanze tale da rimettere in discussione le valutazioni dei giudici di Lussemburgo sulla mancanza di indipendenza della giustizia. In un'altra causa sul sistema giudiziario in Polonia, la Corte dell'Ue ha stabilito che i trasferimenti di un giudice senza il suo consenso a un altro organo giurisdizionale o da una sezione all'altra di uno stesso organo possono pregiudicare i principi di inamovibilità e di indipendenza dei giudici.

 

L'Avvocato generale della Corte Ue boccia l'Italia sulla sede dell'Ema - La Corte di giustizia dell'Ue non è competente a pronunciarsi sulle decisioni dei rappresentanti degli stati membri che hanno scelto informalmente le modalità per stabilire la nuova sede dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) dopo la Brexit, ma l'atto legislativo con cui il Consiglio e il Parlamento europeo hanno prescelto Amsterdam è da considerarsi valido. E' questo, in sostanza, il parere espresso ieri dall'Avvocato generale della Corte dell'Ue, Michal Bobak, nel ricorso presentato dall'Italia e dal comune di Milano contro la decisione di attribuire la sede dell'Ema ad Amsterdam invece che a Milano. Secondo l'Avvocato generale, "gli atti adottati dai rappresentanti degli stati membri che agiscono non in qualità di membri del Consiglio, ma in qualità di rappresentanti dei loro governi, e che esercitano in tal modo collettivamente i poteri degli stati membri, non sono soggetti al sindacato di legittimità esercitato" dalla Corte. E' quello che era accaduto sulla sede dell'Ema, con la decisione informale di procedere a una serie di votazioni e, in caso di parità, procedere a un sorteggio risultato poi sfavorevole a Milano. Per contro l'avvocato - il cui parere non è vincolante per la sentenza finale - suggerisce alla Corte di dichiarare che il regolamento con cui è stata formalmente attribuita la sede dell'Ema ad Amsterdam non è illegittimo, perché non sono state violate le prerogative del Parlamento europeo.

 

Il Parlamento chiede il divieto di sorveglianza di massa con l'Ai - In una risoluzione approvata ieri sull'uso dell'intelligenza artificiale (Ai), il Parlamento europeo si è espresso contro forme di sorveglianza di massa anche da parte delle autorità pubbliche in particolare vietando l'uso del riconoscimento automatico delle persone negli spazi pubblici. Secondo i deputati, c'è il rischio di pregiudizi algoritmici nelle applicazioni che usano l’Ai. Di conseguenza sono necessari la supervisione umana e un chiaro quadro giuridico per prevenire queste discriminazioni, soprattutto se utilizzate dalle forze dell'ordine e di controllo delle frontiere. Le persone monitorate da sistemi alimentati dall'Ai devono avere accesso a ricorsi. Per combattere la discriminazione e garantire la privacy, i deputati chiedono forti salvaguardie quando gli strumenti di intelligenza artificiale sono utilizzati dalle forze dell'ordine. Il Parlamento chiede anche di vietare le banche dati private di riconoscimento facciale, la polizia comportamentale e i sistemi di punteggio sociale come quello che viene applicato in Cina.

 

Francia contro Paesi Bassi per la presidenza di Renew - Dopo le dimissioni di Dacian Cioloș, il gruppo dei liberali di Renew al Parlamento europeo ieri ha avviato le procedure per l'elezione del suo nuovo presidente. Il voto si terrà il 19 ottobre, durante la prossima sessione plenaria a Strasburgo. Le candidature dovranno essere presentate entro il 12 ottobre. Finora due deputati si sono fatti avanti: l'olandese dei D66 Sophie in't Veld e il francese di En Marche Stéphane Séjourné. In't Veld ha una lunga esperienza al Parlamento europeo. Séjourné ha il vantaggio di essere vicino a Emmanuel Macron, che è “l'azionista di maggioranza del gruppo Renew”, come ci ha spiegato uno dei suoi deputati.

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio Giustizia e Affari interni (sessione Giustizia)

– Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell presiede il Forum di alto livello sul reinsediamento sull'Afghanistan

– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sull'Agnezia dell'Ue per l'Asilo; la situazione dei diritti umani in Myanmar; il caso di Paul Rusesabagina in Ruanda; la legge sull'aborto in Texas; gli sforzi nella lotta contro il riciclaggio di denaro)

– Commissione: la presidente von der Leyen, il vicepresidente Timmermans e il commissario Gentiloni intervengono al Summit Ue sugli investimenti sostenibili

Consiglio europeo: il presidente Michel incontra il commissario Gentiloni

Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

Banca centrale europea: pubblicazione del resoconto della riunione del Consiglio dei governatori dell'8 e 9 settembre

Banca centrale europea: discorso di Schnabel alla conferenza "Inflation: drivers and dynamics" organizzata da Bce e Cleveland Fed

Comitato delle regioni: The Covenant of Mayors Ceremony 2021

Eurostat: indice dei prezzi delle case nel secondo trimestre del 2021