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A caccia di alleati sul Mes

David Carretta

Il Meccanismo europeo di stabilità è l’unico strumento esistente per mettere in sicurezza l’Italia. Il piano di Michel (via Merkel) e i nostri pregiudizi

Bruxelles. Giuseppe Conte farebbe bene a dimenticare i Coronabond, almeno per il momento e malgrado il sostegno esplicito di Christine Lagarde e di altri otto leader tra cui Emmanuel Macron e Pedro Sánchez, che hanno firmato una lettera per chiedere emissioni comuni di debito per finanziare la risposta economica al Covid-19. Al Consiglio europeo di giovedì in videoconferenza, la priorità è un’altra: trovare un accordo unanime per utilizzare il Meccanismo europeo di stabilità, l’unico strumento esistente in grado di mettere in sicurezza l’Italia, quando il debito salirà oltre il 150 per cento del pil. Il Consiglio europeo dovrebbe chiedere all’Eurogruppo di finalizzare “senza ritardi” il lavoro sullo “Strumento di sostegno alla crisi pandemica”. Tradotto: la Linea di credito a condizioni rafforzate (Eccl) del Mes. Ma i Coronabond “sono su un altro pianeta”, spiega al Foglio una fonte europea: “Insistere sui Coronabond rischia di essere controproducente e irrigidire le posizioni dei paesi del nord”. La trasformazione di un fondo salva stati, che era stato immaginato per le crisi sovrane e bancarie, in un fondo che finanzia stimoli fiscali dei paesi più fragili “sarebbe già una rivoluzione”, dice la fonte.

 

L’unanimità al Consiglio europeo sul Mes non è scontata. L’Olanda è sulle barricate: all’Eurogruppo di martedì, il suo ministro delle Finanze, Wopke Hoekstra, ha detto che il Mes deve essere usato solo “in ultima istanza”, che non è stato “creato per questa situazione”, ma per “emergenze assolute” sui mercati. Nelle riunioni riservate, diplomatici e ministri sono venuti virtualmente alle mani, dopo che l’Olanda ha chiesto alla Commissione di avviare un’indagine sugli stati membri che non hanno risparmiato a sufficienza in vista di una crisi. “Alcuni paesi non si sono preparati e ora chiedono tutta una serie di nuovi strumenti esotici”, dicono i diplomatici olandesi. Austria e Finlandia hanno sostenuto l’Olanda. La Germania si è mostrata più aperta, ma senza esprimere un sostegno esplicito al Mes. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è convinto di incassare il via libera politico di Angela Merkel, lasciando poi all’Eurogruppo il compito di finalizzare i dettagli.

 

I benefici di una linea di credito Eccl del Mes sarebbero molteplici per l’Italia. Il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, ha detto che i paesi che ne fanno richiesta dovrebbero ottenere un aiuto pari al 2 per cento del pil (36 miliardi per l’Italia), ma la cifra può essere aggiustata se necessario. Le temute “condizionalità” dovrebbero essere minime perché lo choc simmetrico del Covid-19 è totalmente diverso dall’azzardo morale della crisi del debito. Soprattutto, l’Eccl consente di attivare lo scudo anti spread della Bce (l’Omt) con acquisti illimitati di titoli che mettono al riparo dai mercati. “E’ una polizza assicurativa”, ha ricordato Centeno. Ma il Mes presenta due inconvenienti maggiori per l’Italia. Il primo è lo “stigma” dei mercati, spiega un’altra fonte Ue: una richiesta di aiuto potrebbe creare allarme e spingere verso l’alto gli spread. E’ la ragione per cui anche altri paesi dovrebbero associarsi all’Italia. Il secondo problema è tutto politico e rischia di diventare insormontabile per il governo Conte. Matteo Salvini e i suoi no euro hanno istillato l’idea che il Mes sia il male assoluto. Non solo i due principali partiti d’opposizione (Lega e Fratelli d’Italia), ma anche la principale forza della maggioranza (il M5s) è contraria a una Eccl del Mes. Il virus populista rischia così di condannare l’Italia a una tragedia finanziaria, dopo quella sanitaria.

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