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La sai l'ultima sui servizi russi?

Daniele Raineri

Dopo le ultime disastrose rivelazioni, i piani di Mosca sono molto chiari per chi vuole capire

New York. A un certo punto l’intelligence militare russa (Gru) dopo una serie di successi incredibili dev’essersi sentita troppo sicura, deve avere perso la cautela normale – più che normale – che è necessaria nel suo campo di lavoro e dev’essere entrata in circolo anche un po’ di hybris, l’arroganza che porta gli uomini alla perdizione. Altrimenti non si spiega la crisi di queste settimane, con le foto dei suoi agenti operativi impegnati in missioni segrete all’estero spiattellate sulle prime pagine dei giornali inglesi e di quelli olandesi (in Italia c’è meno interesse, vai a capire perché. Quando il disertore russo Skripal fu avvelenato vicino Londra ci furono molte pagine dedicate alla storia, ora che le prove portano direttamente al governo russo la questione è tenuta bassa).

 

Successi incredibili, si diceva.

 

Nel marzo 2014 le informazioni, gli uomini e la strategia del Gru hanno permesso alla Russia di annettere l’intera Crimea senza sparare un colpo, grazie a un piano che era basato su un misto di forza e di sfacciataggine. Uomini in mimetica verde, con passamontagna e senza mostrine o altro che ne indicassero la provenienza, apparvero dal nulla per occupare i punti strategici della penisola ucraina e sotto la loro sorveglianza fu indetto un referendum vinto da chi voleva unirsi alla Russia. Il referendum era totalmente illegale secondo le regole internazionali, ma il mondo si trovò davanti a un fatto compiuto. Tra l’estate 2014 e il 2016 il Gru ha infettato con un programma pirata chiamato X Agent i telefonini di migliaia di soldati ucraini impegnati nelle operazioni militari contro i separatisti filorussi del Donbass e ha estratto una montagna di informazioni dalle chat, dalle telefonate, dalle immagini e dalle localizzazioni. I separatisti sono sempre avanti rispetto agli ucraini grazie agli amici dell’intelligence russa – anzi più che amici: molti comandanti sono stati presi proprio dalle unità militari del Gru.

 

Nel settembre 2015 la Russia è entrata a sorpresa nella guerra civile siriana a fianco del presidente Bashar el Assad e si può dire che ha rovesciato la situazione. Assad era vicino al collasso militare nel centro del paese, ora ha di fatto vinto il conflitto – sebbene debba recuperare ancora il controllo pieno su molto territorio. La parte più visibile dell’intervento russo è la campagna di bombardamenti, ma come è stato accertato il Gru svolge un ruolo cruciale, dalla raccolta di informazioni fino a operazioni sul campo e la Siria è uno degli scenari più pericolosi della storia moderna.

 

Il capolavoro tuttavia è arrivato in America. Secondo l’inchiesta del procuratore speciale Robert Mueller, che indaga sulla possibile collusione tra la campagna elettorale di Donald Trump e il governo russo, nel luglio 2016 dodici agenti del Gru hanno violato le mail della campagna presidenziale democratica e le hanno riversate su internet, disponibili a tutti per essere lette. Il controspionaggio americano ci mise qualche mese per realizzare che il Gru aveva messo in piedi un’operazione deliberata e molto ambiziosa per interferire nelle elezioni e aiutare il candidato Trump e decise di lanciare un avvertimento pubblico con un rapporto che fu pubblicato il 7 ottobre 2016. Un’ora dopo tuttavia il Washington Post lanciò uno scoop molto salace su Trump e mise sul suo sito l’audio preso durante una pausa in una trasmissione televisiva in cui lui diceva che “quando sei famoso le donne ti lasciano fare tutto quello che vuoi… grab’em by the pussy”. Quel “grab’em by the pussy” spazzò via tutte le altre notizie e monopolizzò l’attenzione dell’America per giorni. Il rapporto fu letto da pochi. Oggi molti sostengono che le operazioni di disinformazione del Gru riuscirono a spostare l’ago della bilancia a favore di Trump, come dice per esempio l’ex direttore dell’intelligence nazionale americana James Clapper (l’intelligence nazionale è l’agenzia che coordina i vari servizi segreti). Non sapremo mai la verità, ma considerato che il repubblicano vinse grazie a uno scarto di soltanto 80 mila voti in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin non è possibile scartare questa possibilità. Immaginatevi cosa devono avere pensato al Cremlino. Nel giro di due anni abbiamo creato una crisi permanente in Ucraina che non può essere risolta senza il nostro consenso, abbiamo vinto la guerra civile siriana e abbiamo dato un apporto determinante alla campagna presidenziale più anomala delle storia degli Stati Uniti e in tutto questo abbiamo sempre operato con il minimo dello sforzo possibile per ottenere il massimo risultato. Abbiamo semplicemente fatto quello che i nostri avversari non si aspettavano che avremmo fatto.

 

Si capisce perché il Gru russo ha cominciato a sentirsi troppo sicuro – e si capisce anche che molte agenzie d’intelligence in tutto il mondo devono essersi adeguate in fretta alla nuova minaccia. E si arriva quindi al disastro di queste settimane. Il sito investigativo inglese Bellingcat in tandem con il sito investigativo russo The Insider hanno scoperto l’identità dei due agenti mandati dal governo russo a uccidere il doppiogiochista Sergei Skripal vicino Londra. I due usarono una sostanza tossica molto pericolosa, il novichok, inventata decenni prima nei laboratori dell’Unione sovietica come arma chimica che sarebbe stata molto difficile da rilevare per la Nato. La polizia inglese fu costretta a isolare il pezzo di Salisbury dove avvenne il tentato omicidio per evitare che il novichok lasciato sulla maniglia della porta di casa contaminasse gli abitanti della zona, Skripal e sua figlia Yulia finirono in ospedale in coma assieme a un poliziotto e a luglio una donna che aveva trovato per caso il flaconcino usato per trasportare il novichok è morta. Si trattò in effetti di un attacco chimico in un paese Nato, che era lo scopo per cui quella sostanza era stata creata, e in un posto abitato da civili. L’uso del novichok doveva essere il tocco perverso, la firma poco chiara che non sarebbe stata capita dal grande pubblico ma che avrebbe lasciato in sospeso su tutti i disertori russi l’incubo dei sicari del Gru. E infatti stava funzionando. L’ambasciata russa a Londra, che in questi giorni tace imbarazzata, scriveva tweet molto spregiudicati per ridicolizzare le indagini. I soliti difensori di Putin senza se e senza ma assicuravano che mai e poi mai i russi avrebbero eliminato un traditore vicino Londra con un’arma chimica inventata dai russi a pochi mesi dai Mondiali di calcio in Russia. Figurarsi. Saranno mica così spregiudicati da trattare l’intero occidente come se fosse popolato da scemi. Le solite analisi molto pronte a scagionare – ma soltanto quando si tratta di Putin e del suo alleato Assad, per tutti gli altri non c’è mai la stessa prontezza – dicevano che se la sostanza tossica era un’invenzione russa allora non potevano essere stati i russi: logico no? Chissà le risate nelle caserme di Mosca che ospitano l’intelligence.

 

La polizia inglese ha esaminato migliaia di ore di video presi dalla telecamere di sorveglianza attorno alla casa di Skripal, a Londra e negli aeroporti e ha trovato il volto e i passaporti russi – falsi ovviamente, cioè autentici ma con nomi falsi – dei due uomini che hanno usato il novichok. A partire da questi dati Bellingcat e The Insider sono arrivati in poche settimane a scoprire la vera identità di entrambi. Uno è Anatoliy Chepiga, colonnello del Gru, l’altro è Alexander Mishkin, medico militare in forza al Gru, e come nota l’esperto di spionaggio russo Mark Galeotti è sensato che la squadra mandata a usare una sostanza pericolosa in terra straniera fosse composta così, da un operativo e da un medico d’appoggio. Il colonnello Chepiga in passato era stato insignito dell’onorificenza di Eroe della Russia, la più alta, così prestigiosa che a consegnarla di solito è il presidente stesso Vladimir Putin e c’è persino una sua foto con la medaglia al collo sul muro dell’accademia militare di cui fu allievo. Anche il medico, Mishkin, è stato insignito dell’onorificenza ma nel suo caso non c’è una prova così certa e quindi c’è ancora da usare il condizionale. Entrambi l’avrebbero conquistata per il ruolo che ebbero nel 2014 durante la rivolta ucraina contro il presidente Viktor Yanukovich. I due avrebbero fatto parte della squadra di agenti russi che in tre giorni con una serie di complessi spostamenti in macchina che dalla capitale Kiev arrivarono fino alla costa della Crimea permisero infine a Yanukovich di imbarcarsi su un’unità russa che lo portò in salvo in Russia, mentre gli ucraini lo cercavano e chiudevano tutti gli aeroporti del paese. Se ci fosse una definizione di hybris nel campo dell’intelligence sarebbe questa, mandare ad ammazzare un ufficiale dello spionaggio russo che ha disertato e vive vicino Londra due agenti che erano già stati premiati con la medaglia di Eroe della Russia – e quindi da qualche parte ci sono foto di loro mentre stringono la mano a Putin. O meglio c’erano, perché c’è in corso un’operazione per cancellare le tracce. Le pagine dei siti che citavano la cerimonia della consegna dell’onorificenza sono spariti, i compagni di accademia dei due ricevono telefonate che intimano loro di non parlare con nessuno, la macchina della propaganda russa di solito molto ciarliera tace in attesa di ricevere istruzioni. La mole di informazioni portata alla luce durante l’inchiesta è fenomenale. Ci sono liste con centinaia di nomi, di fotografie, di copie di passaporti e di certificati d’assicurazione di vetture. Per trovare Chepiga e Mishkin i due siti investigativi potrebbero avere scoperto l’identità reale di centinaia di altri agenti del Gru. Uomini che erano stati addestrati e provvisti di un’identità di copertura e che ora sono inservibili. E c’è da immaginare che lo stesso lavoro fatto per il pubblico sia stato fatto, forse anche meglio, dalle agenzie di intelligence di altri paesi – con la differenza che quelle non pubblicano le informazioni, le conservano in caso di necessità.

Putin è al minimo della popolarità e ha perso il venti per cento nei sondaggi per la prima volta da anni per colpa della legge sulle pensioni, gli agenti russi che hanno lavorato all’operazione americana per favorire Trump sono stati tutti identificati dal procuratore speciale Mueller, i due agenti che dovevano uccidere Skripal sono diventati un caso scuola al negativo: come non eseguire un’operazione all’estero. I trionfi nei fatti e d’immagine degli anni passati hanno lasciato il posto a una crisi che non andrà via con facilità – come persuadere l’occidente ad annullare le sanzioni se spargi novichok a Salisbury? La settimana scorsa il ministero della Difesa olandese ha tenuto una conferenza stampa per mostrare come ha bloccato una squadra del Gru che tentava di penetrare la rete wi-fi dell’edificio dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche che interessa molto alla Russia perché si occupa del caso novichock e delle stragi con armi chimiche dell’alleato siriano Assad. Uno degli agenti russi fermati aveva ancora in tasca la ricevuta del taxi preso dall’ingresso posteriore della base del Gru a Mosca per andare all’aeroporto. E tuttavia, che i servizi di sicurezza di un altro paese ti incastrino succede. Quello che dev’essere insopportabile è quando a trovarti sono due siti investigativi che dispongono di molte meno risorse della redazione di un giornale.

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)