I quattro russi espulsi dall'Olanda

Le spie russe cercavano la rappresaglia per tutti i guai di Mosca, ma sono state beccate

Micol Flammini

L’intelligence militare aveva preso di mira il laboratorio olandese dell’organizzazione che studia gli attacchi chimici in Siria e a Salisbury e gli uffici dell’Agenzia antidoping a Losanna

Ieri Jeremy Hunt, ministro degli Esteri britannico, aveva accusato l’intelligence militare russa di aver organizzato una serie di attacchi informatici contro l’occidente, di essersi insinuata in ogni elezione, negli Stati Uniti e in Europa, pur di trarre vantaggio e di indebolire la stabilità internazionale. Oggi, i servizi di sicurezza olandesi hanno espulso quattro russi (Alexei Morenetz e Yevgeni Serebriakov,Oleg Sotnikov e Alexei Minincon) con l’accusa di aver pianificato un attacco informatico per colpire l’Opcw.

  

Perché l’Opcw

L’Opcw è l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. L’Agenzia ha sede all’Aia e quest’anno ha avuto a che fare con la Russia per ben due volte. La prima quando si è occupata di stabilire se in Siria fossero stati utilizzati degli agenti chimici contro la popolazione – l’Opcw ha confermato che si trattava di attacchi chimici, fatti dalle forze siriane e coperti dai russi –, la seconda volta quando stata chiamata per i fatti di Salisbury. L'Opcw doveva stabilire se la sostanza utilizzata per avvelenare l’ex spia russa, Sergei Skripal, e sua figlia Yulia, fosse un agente nervino. L’agenzia ha stabilito che si trattava di Novichok, una sostanza di produzione russa inventata nei laboratori ai tempi dell’Unione sovietica.

 

  

Chi sono i quattro russi

I quattro sospettati individuati dai servizi olandesi avevano il passaporto diplomatico. Avevano noleggiato un’auto e tentavano di hackerare la rete wifi dell’Opcw. L’intelligence olandese ha intercettato i dispositivi degli agenti prima che riuscissero ad accedere alla rete dell’organizzazione e ha ritrovato nel bagagliaio della macchina tutta l’attrezzatura necessaria. Uno degli uomini aveva la ricevuta di un viaggio in taxi da una strada vicino alla sede del Gru fino all’aeroporto, un altro aveva un telefono che era stato attivato proprio nell’edificio dell’intelligence militare russa. I quattro uomini sono stati espulsi dal paese.

 

 

Il computer e le prove

Il computer ritrovato in macchina ha svelato ai servizi di sicurezza olandesi molto di più: era stato utilizzato anche in Brasile, in Svizzera e in Malaysia dove gli agenti del Gru hanno cercato – ancora non è possibile stabilire cosa siano riusciti a ottenere – di entrare nella rete del procuratore generale e della polizia malese, dopo che gli investigatori olandesi avevano stabilito che a colpire il volo MH-17 della Malaysia Airlines, con a bordo 280 persone, che sorvolava l’Ucraina era stato un missile russo. La Russia ha sempre negato. I dati del computer hanno dimostrato che il Gru ha tentato di colpire anche i dispositivi della Wada, l’Agenzia mondiale antidoping a Losanna, dopo le denunce contro gli atleti russi.

 

 

La risposta degli Stati Uniti

L’intelligence militare russa “sta cercando di coprire tutti i disastri che la Russia ha combinato in giro per il mondo, dal doping alle armi chimiche”, ha detto Peter Wilson, ambasciatore britannico nei Paesi Bassi. Amsterdam ha informato la Nato dell’attacco contro l’Opwc e tutti gli alleati hanno appoggiato la decisione olandese e britannica di richiamare la Russia. “La Russia deve fermare il suo comportamento sconsiderato, compresi l’uso della forza contro i suoi vicini, i tentativi di interferire nelle elezioni e le diffuse campagne di disinformazione”. Il dipartimento di Giustizia americano ha detto che sette russi sono stati accusati e che gli Stati Uniti proseguiranno le loro indagini in collaborazione con gli altri partner internazionali e l’obiettivo è  arrestare tutti i colpevoli: “Vogliamo portarli a Pittsburgh e vogliamo che siano processati e vogliamo metterli in prigione. Devono essere ritenuti responsabili dei loro crimini. Questo è il nostro obiettivo ed è ciò che le nostre vittime meritano, e ciò che la giustizia richiede”, ha concluso Scott Brady.

 

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