Ursula von der Leyen (foto LaPresse)

L'Europa c'è

Redazione

La Commissione stanzia 100 miliardi di aiuti per la disoccupazione. Ben fatto

Si chiamerebbero Safe, sicuri ma anche acronimo di “Solidarity action for Europe”, e ammontano a 100 miliardi di euro i nuovi aiuti che l’Ue discuterà informalmente da oggi. Non denaro a pioggia, ma, come anticipato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, nuove obbligazioni sul mercato internazionale dei capitali e garantite da tutti gli stati membri. Una mutualizzazione non del debito ma delle garanzie. Il ricavato andrà a una sorta di cassa integrazione europea come prestiti ai paesi più colpiti da disoccupazione causata dal coronavirus, e che presentino piani attivi di rientro al lavoro. Von der Leyen – che media tra paesi rigoristi che non cederanno su eurobond né coronabond e la decina di paesi con Francia, Italia e Spagna che chiedono solidarietà – avrebbe fatto riferimento ai Kurzarbeit, i lavori brevi della Germania dopo la crisi del 2008 con garanzie fornite allora dalla Kfw, equivalente tedesca della Cdp.

 

  

L’Italia chiede questa assicurazione europea sul lavoro dal 2014: il primo a battersi fu Pier Carlo Padoan. Se il compromesso riceverà un primo via libera per affinarsi fino all’Eurogruppo del 7 aprile, secondo il termine dato da Roma, Madrid, Parigi e altre capitali, si dimostrerà ancora che non con ideologiche impuntature né appelli all’autarchia, né tantomeno con minacce di Italexit, si porta a casa il risultato. Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni era stato il primo a togliere dal tavolo gli eurobond e altre mutualizzazioni; finendo nella lista sovranista degli “amici di Berlino”.

 

 

Invece l’asse con il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno e con quello del Consiglio europeo Charles Michel sta funzionando, così come i contatti tra Palazzo Chigi, Quirinale, Francia e Germania. Oltre alla Safe non è escluso un utilizzo ridotto a condizionalità morbida (con una sorta di autocertificazione di buone intenzioni) del Mes, il fondo salvastati detestato dai sovranisti. Mentre interverrebbe la Bei, la Banca europea per gli investimenti di cui è vicepresidente Dario Scannapieco. Un altro italiano, Fabio Panetta, del board Bce, aveva contribuito a fare allargare i cordoni degli acquisti di titoli di stato appena stretti da Christine Lagarde. Non è poco.