Il commissario europeo Pierre Moscovici. Foto LaPresse

L'Europa boccia la "manovra del popolo" per proteggere i conti del popolo

Redazione

E' la prima volta che la Commissione respinge un documento programmatico di bilancio. Ora il governo ha tre settimane per inviare una nuova bozza. Mattarella: "Proteggere risparmiatori e imprese"

Tre settimane per cambiare la legge di bilancio. La richiesta della Commissione europea all'Italia è emersa dal collegio dei commissari riuniti a Strasburgo, che hanno bocciato la bozza di manovra e ritenuto insufficienti le spiegazioni inviate dal ministro dell'Economia Giovanni Tria con la lettera di ieri. E' la prima volta che l'Unione europea respinge la manovra di bilancio di uno stato dal 2013, da quando cioè è stata introdotto questo strumento per vigilare sui conti pubblici degli stati membri. Intanto, dopo la notizia della bocciatura, la Borsa di Milano torna a registrare qualche scossa e lo spread tra Btp e Bund risale a 314 punti. 

      

Come hanno spiegato Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis in conferenza stampa, a preoccupare l'Europa è "l'impatto di bilancio di questa politica sui cittadini: l'Italia deve ridurre il debito pubblico che è nemico dei popoli europei" e che arriva a "37mila euro per ogni cittadino italiano". Parafrasando, la "manovra del popolo" mette a rischio proprio il popolo, italiano ed europeo. "Noi non chiudiamo la porta all'Italia, ma vogliamo portare avanti un dialogo costruttivo", ha detto Moscovici. L'appello è rivolto al ministro Tria, che secondo il commissario, "rimane un interlocutore credibile, spero si possa convincere lui e il governo al rispetto degli impegni che tutti i paesi della zona euro hanno preso. Ridurre il debito pubblico italiano è nell'interesse del popolo italiano". Il "No" dell'Europa alla manovra italiana non è una sorpresa. Giovedì scorso la Commissione aveva comunicato che il documento programmatico di bilancio inviato dal governo italiano prevedeva una deviazione “senza precedenti nella storia del Patto di stabilità”. Di fronte a questi rilievi erano stati richiesti chiarimenti, ma il tentativo del ministro Tria di rassicurare i commissari non ha funzionato. 

      

Che succede se il governo non cambia la manovra? 

Ora la palla torna di nuovo a Roma. Se il governo decidesse di non modificare il documento, la Commissione potrebbe aprire una procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito. L'avvertimento viene dal vicepresidente della Commissione Ue responsabile per l'euro, Valdis Dombrovskis. La procedura tuttavia non sarebbe rapida (potrebbe impiegare tra i 5 e i 6 mesi) e finirebbe per raggiungere un esito a ridosso delle prossime elezioni europee, col rischio di fornire al governo populista un assist per la sua campagna elettorale. 

  

Per il governo, ufficialmente, nulla può essere ritoccato per andare incontro alle richieste di Bruxelles. "Se ci chiedono di fare modifiche sostanziali non potremo accettarlo", ha detto oggi, poco prima della bocciatura, il premier Giuseppe Conte in un'intervista a Bloomberg. Ma ci sono dei margini di intervento e il governo sta cercando un modo per ridurre la spesa prevista dalla manovra, valutando uno slittamento del reddito di cittadinanza e una platea ristretta dei beneficiari della "quota cento". Ufficialmente però resta tutto uguale e irremovibili sono anche i commenti dei due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. "I signori della speculazione si rassegnino. Indietro non si torna", ha commentato il leader della Lega da Bucarest. In mattinata Luigi Di Maio ha detto che il governo risponderà alla richiesta dei commissari sedendosi "al tavolo con loro e spiegandogli che [la manovra, ndr] non è una legge che fa troppo deficit: si partiva dal 2 per cento per i debiti dei governi precedenti, quindi abbiamo fatto solo lo 0,4 in più. Si può mettere in accusa un governo perché fa 0,4 in più di deficit?". In un paese che ha il secondo rapporto debito pubblico/pil più alto in Europa, pari al 131,2 per cento nel 2017, sembrerebbe di sì. 

   

A richiamare il governo alla responsabilità dopo il parere della Commissione è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "La logica dell'equilibrio di bilancio non è quella di un astratto rigore – ha detto dall'assemblea dell'Anci a Rimini – Occorre procedere garantendo sicurezza alla comunità, scongiurando che il disordine di enti pubblici, e della pubblica finanza, produca contraccolpi pesanti anzitutto per le fasce più deboli, per le famiglie che risparmiano pensando ai loro figli, per le imprese che creano lavoro".