Foto Imagoeconomica

Piazza Affari in bilico dopo la bocciatura della manovra

Mariarosaria Marchesano

Il governo deve rivedere il documento programmatico entro il 13 novembre, ma temporeggia e sfida i mercati. La Borsa rimbalza in avvio, poi cade di nuovo. Spread sopra i 310 punti. Le perplessità di Goldman Sachs sul giudizio di Moody's

Milano. La bocciatura della manovra economica da parte della Commissione europea con la richiesta di rivedere il documento programmatico entro tre settimane non affossa Piazza Affari, ma torna a spingere verso l'alto lo spread dopo che era sceso ieri sotto i 300 punti (stamattina ha aperto a quota 312 con rendimento dei titoli di stato decennali al 3,52 per cento). Il motivo di questo dualismo è che la Borsa avrebbe già scontato nelle ultime settimane gli effetti negativi della manovra con vistosi cali e che adesso prova a rimbalzare. Ma dall'andamento del Ftse Mib, l'indice più rappresentativo del listino milanese, si vede che anche oggi permane una certa volatilità, poiché, dopo le prime due ore di contrattazioni in salita, torna lentamente a virare verso il basso entrando in territorio negativo. Il fatto è che gli investitori restano guardinghi di fronte a una situazione che appare contraddittoria anche in quei giudizi su cui si basano gli operatori per assumere le loro scelte di investimento.

   

La banca d'affari americana: ci sarà un peggioramento

A fronte del declassamento del debito da parte di Moody's, che ha però dichiarato un outlook stabile per l'Italia –allontanando così lo spettro di un nuovo downgrade dei titoli a livello di junk, spazzatura – la banca d'affari americana Goldman Sachs ha replicato in un report: "Le nostre proiezioni macro e fiscali per l'Italia sono più pessimiste di quelle del governo italiano o di Moody's. Prevediamo che le nuove misure incluse nel recente piano di bilancio porteranno a un peggioramento delle prospettive fiscali oltre a quelle già incorporate nelle previsioni". Godman contesta, in particolare, il costo dei cambiamenti pensionistici del periodo 2019-2021, che potrebbe risultare più alto rispetto a quanto previsto dall'esecutivo e anche dalla stessa agenzia di rating che lo ha considerato come se fosse una spesa aggiuntiva una tantum per il solo 2019. E sui mercati la banca d'affari dice: "Continuiamo a pensare che la situazione del mercato potrebbe dover peggiorare prima di migliorare, al fine di esercitare la pressione necessaria per innescare un cambiamento nel corso della retorica e della politica fiscale circostante". E' chiaro che di fronte a queste considerazioni, l'approccio resta comunque di cautela.

    

Per Moavero Milanesi gli stati sono sovrani nel bilanci

La Commissione europea ha chiesto, dunque, di presentare un nuovo progetto di bilancio entro tre settimane, cioè entro il 13 novembre. E alla base di questa posizione molto critica c'è il disconoscimento degli impegni di contenimento del debito pubblico presi dallo stesso esecutivo giallo-verde, tramite il ministro Giovanni Tria, tra giugno e luglio nell'ambito della riunione Ecofin. Ci sarà un passo indietro? Al momento quest'ipotesi appare improbabile.  "Le regole europee lasciano la parola sovrana sui bilanci nazionali ai Parlamenti nazionali", ha sottolineato il ministro per gli Affari esteri, Enzo Moavero Milanesi, ricordando però anche come la Commissione Ue possa "valutare se aprire una procedura per disavanzo eccessivo", anche su richiesta di altri stati membri. In effetti, secondo alcune fonti, il cancelliere austriaco Kurz sarebbe pronto a inserire nell'ordine del giorno del Consiglio europeo di dicembre il voto per l'avvio della procedura per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia. Intanto, il ministro Tria è convinto che Roma debba limare i propri obiettivi di deficit qualora la tensione finanziaria si aggravasse nelle prossime tre settimane. Dunque, la strategia sembra quella di temporeggiare mettendo alla prova la resistenza dei mercati.

     

La replica di Moscovici: convinceremo l'Italia a cambiare

Intanto, il commissario agli affari economici dell'Ue, Pierre Moscovici, fa di nuovo sentire la sua voce: "Sento dire che sarebbe la manovra del popolo contro la burocrazia ma non è così, io un accordo con Tria ce l'avevo e lo mantengo, il governo no", ha detto in un'intervista. Moscovici ha poi spiegato che "quando il debito sale aumenta la spesa per gli interessi che già oggi vale 1000 euro per ogni italiano e in totale 65 miliardi, quanto il Paese spende per l'istruzione. Rimborsare il debito è la peggior spesa pubblica immaginabile, toglie risorse alla lotta contro la povertà, agli investimenti e alle infrastrutture". Moscovici spiega che la crescita all'1,5 per cento prevista dal governo è quanto meno ottimistica e che esiste il forte rischio che il deficit alla fine sarà più alto del 2,4 per cento. Perciò l'Europa chiede "un nuovo bilancio entro il 13 novembre" e intende seguire "le procedure per convincere il governo a farlo". In ogni caso "siamo ancora in un processo di dialogo costruttivo", ha assicurato Moscovici, "sebbene all'interno di un quadro chiaro e di una decisione forte e senza precedenti. La mia porta è sempre aperta e spero che il governo italiano ascolti questo messaggio".