Giovanni Tria e Pierre Moscovici (foto LaPresse)

La lettera dell'Ue al governo. Ecco cosa rischia l'Italia

Redazione

Dombrovskis e Moscovici: “Deviazione senza precedenti dalle regole del Patto di Stabilità”. Ora l'esecutivo ha quattro giorni per convincere Bruxelles

Quattro giorni. Sono quelli che la Commissione europea ha dato all'Italia per rispondere alle contestazioni riguardanti la decisione di deviare dagli obiettivi sul debito. La comunicazione è arrivata attraverso una lettera, firmata di commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, che lo stesso Moscovici ha consegnato al ministro dell'Economia italiano, Giovanni Tria, nel loro incontro oggi a Roma.

 

  

“La Commissione Europea - ha spiegato il commissario agli Affari economici al termine del faccia a faccia - non è un avversario dell'Italia: vigila, è l'arbitro. Fa rispettare le regole del gioco e ha il dovere di scambiare le idee con lo Stato membro. La Commissione europea è e resterà accanto all'Italia ma il deficit al 2,4 per cento preoccupa. Nessuna forma di tensione nei toni ma visto che l'argomento è serio dobbiamo essere molto meticolosi, totalmente neutrali. Anche se ci sono opinioni politiche diverse le dobbiamo mettere da parte”.

 

 

Scarica la lettera della Commissione Ue al governo italiano 

 

Insomma, al momento la bocciatura non è ancora stata formalizzata, ma è chiaro che il nostro paese è a rischio. E dovrà trovare un modo per rassicurare Bruxelles. 

 

Dopotutto la lettera recapitata a via XX Settembre è fin troppo chiara. “Vi scriviamo - spiegano Dombrovskis e Moscovici - per chiedervi i motivi per i quali avete deciso un'evidente e significativa deviazione dalle raccomandazioni adottate dal Consiglio, nel patto per la Stabilità e la crescita, per il 2019”.

 

A questo punto i due commissari, dopo aver ricordato gli impegni presi, sottolineano come il bilancio italiano mostri una deviazione “senza precedenti nella storia del Patto di stabilità”, sia per il fatto che contempla una espansione vicina all'1% - mentre il Consiglio aveva invitato l'Italia a una correzione fiscale - sia per una deviazione dagli obiettivi pari all'1,5%. 

 

Non solo Moscovici e Dombrovskis ricordano che, con un debito al 130% del pil, l'Italia potrebbe “non garantire il rispetto dei parametri di riduzione del debito concordati con tutti gli stati membri” e che in passato (l'ultima volta nel maggio 2018), la commissione decise di non adottare sanzioni proprio in virtù del fatto che l'Italia avrebbe rispettato tali parametri. Ora, però, quella posizione potrebbe essere rivista.

 

Concludendo, la Commissione sottolinea anche che l'Ufficio parlamentare di Bilancio non ha validato le stime e che questo, “a prima vista” sembra non rispettare la regola secondo cui “le stime macroeconomiche devono essere prodoteo, o approvate, da un organismo indipendente”.

“Questi tre fattori - proseguono - sembrerebbero mostrare una serie inadempienza rispetto alle regole del Patto di Stabilità”. Per questo è necessario che il governo italiano chiarisca la propria posizione. Ora la palla torna a Roma.