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Toti, don't stop you now!

Roberto Maroni

Prospettive ambiziose. Forza Italia in cerca di primarie e di nuovi consensi 

Don’t stop me now, non mi fermate adesso. Sulle note del grande successo dei Queen, sabato scorso Giovanni Toti ha fatto il suo trionfale ingresso al teatro Brancaccio straboccante di sostenitori con cartelli e bandiere, come ai bei tempi di Silvio Berlusconi. “Sembrava un studio di Mediaset”, ha ironizzato qualche invidioso. Lo scopo del raduno totiano? Chiedere le primarie. Di Forza Italia, un partito in declino e senza prevedibili prospettive di ripresa. Ma non solo. Non solo Forza Italia. Toti ha indicato una prospettiva più ambiziosa: quella di creare le condizioni per un rinnovamento profondo del centrodestra, che si propone di raccogliere il consenso di chi non si riconosce nella litigiosa alleanza gialloverde, di chi cerca lavoro e non sussidi inutili (tipo reddito di cittadinanza), di quei ceti produttivi del nord che vogliono continuare a generare ricchezza per un paese a cui chiedono di ridurre la pressione fiscale per chi lavora.

 

Una sfida da far tremare le vene ai polsi. Ce la farà il nuovo Toti a lanciare di nuovo la stampella e sconfiggere il nemico (soprattutto interno?). Dopo un anno di alleanza forzata con il M5s lo spazio politico per un nuovo centrodestra c’è, gli argomenti a favore del progetto sono forti, le aspettative elevate. Il vecchio Toti (Enrico) era contemporaneo di uno scrittore che amo, Scipio Slataper, che inventò la figura dei “Barbari Sognanti” a me molto cara. Corsi e ricorsi della storia. E allora, caro Toti: Don’t stop you now. Stay tuned.