Tom of Finland, illustrazione

Dalla Finlandia alla California

Michele Masneri

Tra gli anniversari di questo 2020, i cento anni dalla nascita di Touko Laaksonen, celebre per il personaggio da cartoon Tom of Finland

Tra i tanti anniversari maggiori e minori di questo anno 2020, ecco anche quello dell’impronunciabile Touko Laaksonen più celebre per la sua creazione, il nerboruto personaggio da cartoon Tom of Finland, palestratone bonazzo baffuto di massimo culto gay in un’estetica di chiapponi, protuberanze, capezzoli, baffoni, zazzere, fossette, polizia, labbra e pacchi turgidi, con tutta un’epopea tra Leni Riefenstahl e Jacovitti e i cetrioli dei Crivelli che imbarazzavano Gadda.

 

Nato nel 1920, il finlandese Laaksonen passa una vita di stenti e censure, durante la seconda guerra mondiale tra le privazioni e le crudeltà gli succede l’episodio primario che determinerà il suo destino: accoltellerà un soldato nemico piombato dal cielo col suo paracadute, e il soldato poi bellissimo rimarrà ossessione militare-erotica perenne, musa e modello dell’uomo-Tom of Finland, Un’estetica virata sui predecessori (George Quaintance ma con ambientazione più western o peplum, e Dom Orejudos detto Etienne, che comincia a confezionare quegli omaccioni con cappelli da poliziotto o SS negli anni Cinquanta). Tom of Finland però si butta su una gioiosità da lollipop concepita anche come alternativa al male di vivere nella deprimente stanzetta di civile finlandese. Come si vide nel film diretto da Dome Karukoski, Laaksonen nel dopoguerra va a vivere con una sorella, lei gli cerca delle fidanzate e un lavoro (lo porta a lavorare con lei alla agenzia di pubblicità McCann Erickson, e lì tra bozzetti e molte sigarette è subito un Mad Men finlandese). Lui nel frattempo continua a frequentare boschetti sempre più rischiosi, con poliziotti di frenetica efficienza, e cerca dei mercati esteri per i suoi disegni. A Berlino è derubato e incarcerato, e a salvarlo sarà il suo vecchio capitano, divenuto diplomatico, con una moglie assai comprensiva che gli permette dei poker intimi con tanti amici solo maschi un certo giorno della settimana (poi però polizia, arresto del capitano, sputtanamento, soggiorno in manicomio per tornare etero con terapie che oggi sarebbero vietatissime).

 

A casa Laaksonen intanto arriva un coinquilino, un ballerino di cui la sorella si innamora, ma che preferisce ballare con lui, mentre lei finisce a passare l’aspirapolvere. Per fortuna alla fine c’è la California: i bozzetti arrivano provvidenzialmente nelle mani di Bob Mizer, editore del Physique Pictorial, pioniere dei “beefcake magazine”. A Los Angeles Mizer stampa questa fondamentale rivista che contribuisce all’immaginario macho: come tutti i grandi produttori, Mizer ha il talento del nome d’arte, nasce così Tom of Finland. Di lì, successo colossale, ristampe, tour americani con omaggi tipo premio Nobel, plagi, fine delle cupezze nordeuropee, douceur de vivre californiana, un indotto bestiale, per le 3.500 illustrazioni pubblicate su cuscini, libri, tessuti, tutte le opere pubblicate da Taschen, e «il più influente inventore di immaginario omoerotico», secondo lo storico Joseph W. Slade. E, addirittura, consacrazione mainstream, l’effigie sui francobolli delle poste finlandesi.