Stadio della Roma, il Pd alla finestra

Marianna Rizzini

“Noi garantisti, ma la Raggi ha enormi responsabilità politiche”, dice il segretario locale pd Casu

Roma. E’ il giorno in cui scoppia il caso “stadio della Roma”, con nove arresti (tra gli altri: Luca Lanzalone, presidente Acea scelto da Virginia Raggi; Luca Parnasi, costruttore; Adriano Palozzi, vicepresidente di FI del consiglio regionale e Michele Civita, consigliere regionale pd ed ex assessore) e vari avvisi di garanzia, uno dei quali per Paolo Ferrara, capogruppo M5s al Comune (che ieri si è autosospeso). Dal Pd cittadino – che ha appena ottenuto una vittoria nell’VIII municipio, dove è stato eletto presidente al primo turno Amedeo Ciaccheri, e una buona affermazione nel III, dove si avvia al ballottaggio l’ex assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo, il segretario Andrea Casu si dice “garantista sul piano penale”, ma intenzionato a sottolineare “che Virginia Raggi ha una responsabilità politica grande come lo stadio della Roma che vuole costruire senza le opere pubbliche previste da Caudo”. Qualcuno chiede le dimissioni. Casu dice che le eventuali dimissioni del sindaco dovrebbero essere chieste e date non per l’inchiesta, casomai “per i due anni di fallimentare amministrazione della città”.

 

Ma non è che l’inchiesta – sicuramente dannosa per l’immagine a Cinque Stelle – rischia di danneggiare tangenzialmente anche il Pd che stava rialzando la testa? “Paradossale”, dice Casu, “che, in un quadro di abnorme responsabilità del M5s”, si “parli di danno per il Pd”. E insomma il segretario, da poco raggiunto da una sorta di “Daspo” (divieto di ingresso al consiglio comunale per tre mesi, comminatogli dal presidente dell’aula grillino Marcello De Vito) per aver tenuto un “comportamento sgarbato” durante la discussione sulla Casa Internazionale delle donne, si augura che “la magistratura faccia il suo lavoro”, ma che “l’opera di opposizione capillare e sul territorio, dia i suoi frutti. Non soltanto perché “abbiamo dimostrato, nell’VIII municipio, che siamo in grado di sconfiggere i Cinque Stelle sui temi concreti in una città che ormai sembra il set di un disaster movie”, ma anche perché, con “le primarie di coalizione, abbiamo indicato la strada per valorizzare noi stessi e le altre forze politiche, tanto che speriamo di poter fermare anche la Lega al ballottaggio dell’VIII municipio. Alle Regionali il Pd era primo partito”.

 

Ma come può il Pd locale recuperare la fiducia erosa in passato e sfruttare la “prateria” che non da oggi si distende davanti agli occhi di chi vuole fare opposizione a Raggi, tenendo conto che tutto un mondo imprenditoriale, a Roma, ha disinvestito? “Stiamo cercando di entrare in contatto con chi resiste al degrado, quartiere per quartiere. In questa direzione vanno iniziative come gli Stati generali per la Casa (oggi per chi legge, ndr) e gli Stati generali per la produttività. Il Pd, consapevoli degli errori, vuole essere motore e guardare avanti”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.