(foto LaPresse)

Ho tutte le paure possibili (compresa la fobia della Calabria)

Camillo Langone

Colpa di un lettore calabrese, un medico che mi racconta di ospedali in cui scorrazzano cani randagi e in cui bisogna portarsi le lenzuola da casa

Mi definiscono fobico e hanno ragione, ho tutte le paure possibili comprese quelle vietate (esprimere pubblicamente certe paure sta diventando un reato). Ho pure la fobia della Calabria. Colpa di un lettore calabrese, un medico che per il suo particolare ruolo frequenta molti ospedali, sia della propria regione che di altre. Innanzitutto mi dice che gli ospedali calabresi sono peggiori degli altri ospedali meridionali che a loro volta sono peggiori degli ospedali settentrionali. Poi fa degli esempi. L’ospedale calabrese in cui bisogna portarsi le lenzuola da casa. L’ospedale calabrese nel cui pronto soccorso scorrazzano cani randagi. L’ospedale calabrese in cui la mortalità infantile è doppia rispetto alla media nazionale. Poi fa delle ipotesi sulle cause di questo disastro e siccome riguardano la qualità delle persone, non la quantità di soldi a disposizione del servizio sanitario regionale, e nemmeno la quantità di crimine presente all’interno del medesimo, ho paura perfino a riferirle. Infine, come se niente fosse, mi dice che la Calabria è bellissima, che devo assolutamente visitarla. Non fossi così fobico senz’altro, e allora grazie ma l’altoparlante ha annunciato Maratea e devo scendere. Insieme a Esculapio.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).