La seduta

Il premier time di Meloni in Senato: "Sul Pnrr nessun ritardo. Dall'Albania grande lezione di solidarietà"

La presidente del Consiglio ha risposto alle domande dei senatori di maggioranza e opposizione: il botta e risposta con Renzi, la posizione sull'Ucraina e l'accordo con Edi Rama

Redazione

Il governo al completo per il primo "Premier time" al Senato di Giorgia Meloni. Tanti i temi affrontati e perfino un guasto tecnico al microfono che ha rischiato di far dilungare le interrogazioni a risposta diretta per molto tempo. La prima interrogazione da programma è stata dedicata al divario di genere nel mondo del lavoro, presentata dal senatore Stefano De Poli e si è aperta con il ricordo "fuori programma" di Giulia Cecchettin, al quale è seguito un lungo applauso da parte di tutti i senatori. Poi il botta e risposta con Matteo Renzi sulla benzina e il rapporto del senatore con l'Arabia Saudita, il ribadito sostegno a Kyiv in quanto questione di "interesse nazionale" e la "grande lezione" sulla solidarietà europea contenuta nell'accordo tra Italia e Albania. 

Occupazione femminile

La presidente del Consiglio ha voluto ringraziare tutta l'aula per "l'ottimo lavoro svolto nell'approvazione della legge antiviolenza all'unanimità", in riferimento all'inasprimento delle norme del Codice Rosso approvate ieri in Senato. Il gesto "dimostra che esiste un terreno in cui si può lavorare insieme alle opposizioni e sulla violenza di genere tutti ci troveranno sempre aperti a collaborare". Sull'occupazione femminile Meloni spiega come "sono forse il risultato che mi rende più fiera di questo anno di governo. La crescita occupazionale, la riduzione dei divari nel mercato del lavoro italiano hanno rappresentato sin dall'inizio una priorità per noi e i risultati ci stanno dando ragione", ha proseguito Meloni. La premier ha poi elencato una serie di "record occupazionali come il record di occupati e di occupati permanenti e di occupazione femminile. I risultati sul lavoro femminile sono il frutto di misure che hanno avuto la volontà di incentivare l'occupazione favorendo tempi di vita e di lavoro, senza costringere le donne a dover scegliere", ha concluso la premier. 

E sulla manovra spiega come: "Abbiamo lavorato sulla natalità anche in legge di bilancio inserendo misure per le famiglie con i figli, per aumentare il reddito disponibile, incentivare natalità e favorire lavoro delle mamme: li potenzieremo, ne affiancheremo di nuovi anche con il contributo del Parlamento. C'è ancora molto da fare perché il mercato del lavoro continui questa sua tendenza positiva" ha concluso. 

Il botta e risposta con Renzi sulla crescita

Il senatore Matteo Renzi ha presentato un'interrogazione sulla crescita economica del paese sulla quale si è sviluppato un acceso botta e risposta. "La premier dice che va tutto bene ma intanto i costi del pane, del latte, del pesto e della benzina aumentano. Lei presidente Meloni ha vinto le elezioni per estrema coerenza all'opposizione, ma la coerenza l'ha finita quando è uscita dall'opposizione. Ha promesso il blocco navale ma per ora l'unico blocco è quello ai cervelli e alla loro fuga. Prometteva di uscire dall'euro ma ieri con Scholz l'abbiamo vista in altre vesti". Il leader di Italia Viva ha poi chiesto "di elencare tre punti per i quali entro il 2024 l'Italia può avere una crescita positiva". 

La premier ha risposto ringraziando per "l'assist ricevuto" dal senatore spiegando che "parlo volentieri di come abbiamo cambiato la situazione di questa nazione, è sotto gli occhi di tutti come sia cresciuta la fiducia di investitori e mercati, la promozione di quattro agenzie di rating che di solito non sono buone, il fatto che le famiglie comprino volentieri i titoli di stato, lo spread è ai minimi, la borsa cresce. Sono dati che dicono qualcosa in più rispetto alle valutazioni dell’opposizione". E poi la battuta: "I prezzi della benzina non li facciamo noi ma i produttori, senatore Renzi. Ci aiuti lei con i suoi rapporti con Mohamed Bin Salman, visto che li ha". Nella replica il senatore ha spiegato che; "Siamo qui per aiutarla, le ho mandato centinaia di SMS che non hanno avuto risposta".

Sempre rispondendo a Renzi, la premier ha voluto ribadire non ci sarebbe nessun ritardo sull'attuazione del Pnrr: "Noi non vogliamo disperdere le risorse per progetti che non sono realizzabili noi le vogliamo mettere a terra e si vedranno nelle prossime ore. Ancora una volta la speranza di una certa opposizione di tifare contro il fatto che all'Italia venissero pagate le rate è stata tradita".

Lo scherzo telefonico e la posizione sull'Ucraina

Stefano Patuanelli del Movimento 5 Stelle ha chiesto alla premier di chiarire la posizione sull'Ucraina dopo il G20 di ieri e soprattutto dopo lo scherzo telefonico dei due comici russi nel quale Meloni ha parlato di "stanchezza" nei confronti del conflitto: "Qual è la Meloni vera? Quella nel pubblico di fianco a Scholz o quella in privato al telefono?" ha dichiarato Patuanelli. La presidente del Consiglio risponde all'interrogazione dicendo di essere "fiera" di aver dimostrato la coerenza delle posizioni "mie e del mio governo sui temi di politica estera" e di "essere lontana anni luce da chi, prima di me, votava sostegno militare a Kiev per tenere il proprio posto al governo e poi, passato all’opposizione, per cercare consenso facile è passato dall’altra parte".

"Siamo al fianco dell’Ucraina - continua Meloni - e cerchiamo una pace giusta in linea con il diritto internazionale. Per arrivare a un’opzione di questo tipo l’unico modo è mantenere un equilibrio tra le forze in campo, il che significa sostenere l'Ucraina. Se avessimo smesso di sostenere Kiyv non avremmo avuto una situazione di pace, ma un’invasione, che non si chiama pace. Tuttavia, non significa che non mi renda conto della difficoltà che c’è anche nell’opinione pubblica. Sono consapevole della stanchezza dell’opinione pubblica perché ascolto la gente e sono capace di farlo. La responsabilità della politica sia guidare la società e non rincorrerla. Continuerò a essere convinta che noi stiamo difendendo il nostro interesse nazionale". 

Anche nella giornata di ieri Meloni ha ribadito il suo sostegno a Kyiv nella conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz dopo la firma del Piano d'azione con la Germania e dopo la partecipazione al G20, il primo nel quale ha presenziato anche Vladimir Putin dopo l'invasione dell'Ucraina,

L'accordo tra Italia e Albania

Infine il senatore di Fratelli d'Italia Lucio Malan ha tenuto un'interrogazione sui "vantaggi concreti" legati al protocollo d'intesa tra Italia e Albania siglato al'inizio di novembre tra Giorgia Meloni ed Edi Rama. La domanda di Malan è anche rivolta a capire i "riflessi sull'Ue" di questo accordo. Per la premier è un'intesa "estremamente importante, innovativa e di ispirazione europea".

Meloni spiega come l'accordo non violi nessun trattato o norma dell'unione e che anzi sia stato accolto positivamente da Bruxelles: "L'unico diritto violato dall'accordo fra Italia e Albania è quello dei trafficanti di esseri umani. L'Albania non è la Germania nazista, è candidato all'adesione all'Ue e guidato da un premier socialista e che la sinistra italiana ha cercato di far espellere dalla sinistra europea, perché forse non è più di sinistra salvare i migranti", ha detto la premier.

"È stato atto di grande solidarietà - continua Meloni - e una grande lezione a chi ha sempre parlato di solidarietà europea e non l'ha ottenuta. Oggi il governo ottiene solidarietà dal governo dell'Albania, ottiene solidarietà europea per davvero con un accordo che potrà essere sicuramente di aiuto anche ad altri paese oltre che al nostro", ha concluso.