in senato

Gruppi di confronto a scuola contro la violenza sulle donne e più educazione civica: il piano del governo

A Palazzo Madama presentati il piano per la scuola "Educare alle relazioni" e il protocollo interministeriale per la sensibilizzazione. Via libera all'unanimità al ddl che inasprisce il Codice Rosso

Nicolò Zambelli

Un progetto di sensibilizzazione scolastica che si divide in più filoni dal valore di 15 milioni di euro finanziati dal Pon (Programma operativo nazionale del ministero). È quanto annunciato dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara in una conferenza stampa alla sala Kock del Senato come primo passo del governo verso la prevenzione della violenza di genere e la cultura del rispetto. Si punta sulle scuole, sui giovani, per un piano che vuole essere di lungo periodo e cercare di eliminare atteggiamenti nocivi fin dal loro primo manifestarsi. "Educare alle relazioni" è il titolo del pacchetto di iniziative del ministero dell'Istruzione. Il progetto fa parte di un più ampio intervento che il governo vorrebbe intraprendere per la sensibilizzazione su questi temi che coinvolge con altre iniziative anche il ministero della Famiglia e quello della Cultura. 

"Accolgo le parole della segretaria del Pd Elly Schlein", ha detto il ministro: "È gravissimo ed è un peccato dividersi. Quanto presentato oggi rappresenta un passo importante per la scuola e per la società. Facciamo partire una grande mobilitazione nelle scuole contro la violenza di genere e il maschilismo".

Durante la conferenza stampa, Valditara ha anche parlato di Alessandro Amadori, docente e consulente del ministro, finito al centro di polemiche per aver scritto in un suo libro la frase "anche le donne sanno essere cattive, persino estremamente cattive, per quanto in modi e forme differenti da quelli degli uomini". "Voglio fare chiarezza - ha detto Valditara - ho letto il libro del prof. Amadori, non c’è alcuna frase contro le donne in generale né che si giustifichi atteggiamenti di prevaricazione contro le donne. Si parla di un rapporto conflittuale tra uomo e donna, si stigmatizza persino il patriarcato e l’atteggiamento di violenza e si dice che in alcuni casi ci sono atteggiamenti prevaricatori da parte del genere femminile; non c’è alcun atteggiamento discriminatorio in quelle pagine, lui ha la sua tesi, io potrei averne altre”.

Cosa prevede il piano per le scuole

"Oggi facciamo qualcosa di grosso e importante per la scuola. Quello che presento non è legato ai fatti di cronaca recenti ma è una mia iniziativa personale", ha assicurato il ministro Valditara, riferendosi all'omicidio recente di Giulia Cecchettin. "Ritengo inaccettabile che la donna debba subire quotidianamente vessazioni, umiliazioni e violenze sino ad arrivare ai tragici fatti di questi giorni. Mi è venuta l'idea di creare nelle scuole dei gruppi di discussione per confrontarsi. La scuola si occupa del fenomeno culturale del maschilismo ancora imperante nella nostra società che si manifesta in tante situazioni della nostra vita", ha aggiunto il ministro. 

Il progetto si divide sostanzialmente in due filoni: uno curricolare e uno extracurricolare. La prima parte si svolgerà durante le ore di lezione e punta sull'educazione civica: "Si rivolge alle elementari, alle medie e alle superiori. C'è l'invito a far entrare la cultura del rispetto in tutte le aule e in tutti gli insegnamenti, dalla matematica all'italiano, all'inglese, per promuovere un cambiamento della mentalità". La parte sostanziale del progetto, che vale 15 milioni di euro, è invece quella extracurricolare: "Parte in via sperimentale nelle scuole superiori di secondo grado (solo nei licei e negli istituti tecnici e professionali, ndr) e si sviluppa attraverso la creazione di gruppi di discussione composti dagli studenti stessi, i quali esploreranno le tematiche legate al rispetto reciproco e saranno edotti alle conseguenze legali derivanti da comportamenti inappropriati. I gruppi di discussione educheranno a questo. Rappresentano un incentivo a un cambio di mentalità. I docenti saranno moderatori e le riunioni tra i compagni avranno una durata di trenta ore complessive", ha illustrato Valditara. 

Gli insegnanti non saranno soli, ma accompagnati dal supporto di psicologi: "Ci sarà un docente referente del progetto per ogni scuola. Ogni docente moderatore sarà formato secondo un programma predisposto d'intesa con l'ordine degli psicologi. Inoltre - continua il ministro - il Forum nazionale Associazione dei Genitori gioca un ruolo vitale nel progetto. La collaborazione con i genitori, attraverso osservazioni e suggerimenti, sarà fondamentale per il successo dell’iniziativa. Questo permetterà di allineare gli obiettivi educativi con le aspettative e le preoccupazioni delle famiglie". Il progetto, poi, prevede la creazione di presidi territoriali psicologici atti a supportare gli studenti e gli insegnati. Il ministro ha spiegato anche le modalità di riunione dei gruppi di discussione: "Il progetto si svolgerà in orario extracurriculare per evitare conflitti con le materie curriculari, tra cui l’educazione civica" e sarà "facoltativo per le scuole superiori". Alla fine dell'anno sarà chiesto alle scuole di redigere una relazione con i risultati raggiunti per permettere all'ordine degli psicologi di realizzare un monitoraggio dei risultati.

Il protocollo interministeriale

In conferenza stampa era presente anche la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, che ha ricordato la votazione in corso al Senato del ddl che inasprisce il Codice Rosso in contrasto alla violenza di genere, augurandosi che "sia votata all'unanimità come è successo alla Camera" lo scorso settembre. "La collaborazione - ha sottolineato - resta un punto fondamentale e c'è l'impegno di coinvolgere per quanto possibile le opposizioni". L'aula in serata ha votato all'unanimità il testo: i voti a favore sono stati 157, nessun astenuto e nessun contrario

"Tutte noi sappiamo che il patriarcato esiste, eccome se esiste. Ci rivolgiamo alle studentesse, che devono sapere riconoscere i segnali della violenza, ma dobbiamo coinvolgere gli uomini, che sono i protagonisti del cambiamento", ha detto Roccella presentando un protocollo interministeriale che coinvolge Valditara e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Si tratta di un protocollo che ha lo scopo di "allargare la campagna di sensibilizzazione alla cultura partendo proprio dalle scuole" perché, ha precisato, "una legge (come quella del Codice Rosso, ndr) è uno strumento fondamentale ma non risolve tutto".

Nel concreto, il protocollo invita i ragazzi a produrre "dei video e dei cortometraggi contro la violenza sulle donne. I migliori saranno portati, d’accordo con il ministro Sangiuliano, al Festival del Cinema di Venezia", spiega la ministra. "Il progetto durerà due o tre anni, ci sarà un comitato paritetico fra i diversi ministeri, in cui ogni ministero porterà le proprie competenze". 

"Ritengo che la cultura sia un fattore determinante per far crescere il valore del rispetto reciproco, soprattutto nei confronti delle donne. Il rispetto per la libertà femminile deve diventare un valore assoluto all'interno della nostra società", ha poi aggiunto Sangiuliano, terzo ministro presente all'incontro. "La cultura è un antidoto formidabile contro ogni forma di violenza,e significativamente contro la violenza verso le donne", ha spiegato. "Io mi richiamo sempre alla nostra carta costituzionale, un grande prodotto culturale che già ci illumina su questa strada".