Un referendum non umorale
E’ ripugnante votare una riforma costituzionale nata nella demagogia? Sì, lo è (e la caccia ai furbetti del bonus aumenta i compagni di letto che non si vorrebbero). Ma servono la ragione e la politica. Un primo passo in direzione giusta, meglio farlo
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E’ ripugnante votare in un referendum per una riforma costituzionale approvata sotto la maggioranza Di Maio-Salvini sull’onda della demagogia anticasta? Sì, lo è. E’ grottesco impedire la riduzione del numero dei parlamentari, da sempre una delle chiavi di volta del riformismo costituzionale? Sì, lo è. Di qui il dilemma della semplificazione. Ripugnante ha qualcosa di sentimentale, emotivo, impolitico. Grottesco, per un gesto politico, indica la complessa architettura di un banale autolesionismo della ragione: impedisco si faccia una cosa che ho sempre ritenuto utile, positiva, perché è diventata la bandiera di forze le cui campagne mi ripugnano. Se non puoi evitare il ripugnante, devi evitare il grottesco.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.