Il Cdm vara un decreto "salvo intese". Il premier accelera per convincere Bruxelles sul Recovery fund, ma i compromessi sugli appalti e sull'abuso d'ufficio sono farraginosi. La lunga strada parlamentare: i tempi saranno lunghi
Giuseppe Conte prova a fare quel che può e quel che deve: e dunque tenta di vendersi un decreto che, di fatto, ancora non c'è. Il premier lo presenta in conferenza stampa, questo decreto Semplificazioni che è in gestazione da quasi due mesi; e lo esalterà anche di fronte ai suoi omologhi eruopei, nel tour continentale che inizia oggi (Portogallo, poi Spagna e poi su al nord, tra "frugali" olandesi, nel titanico sforzo di smentire i pregiudizi contro gli italiani litigiosi e inconcludenti). Ma anche a Palazzo Chigi sanno bene che il testo, licenziato dal Cdm alle quattro di notte con un "salvo intese", è ancora lontano dall'essere definitivo. Delle novità, obiettivamente, ci sono: le procedure con affidamento diretto fino a 150 mila euro (e non più 40 mila), la procedura negoziata senza bando fino a 5 milioni di euro e, sopra quella soglia, gare negoziate con inviti in caso di cantieri connessi all'emergenza Covid.
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