Pera e Ricolfi spiegano perché l'estremismo creerà problemi alla Lega
Salvini ha fallito l'obiettivo di parlare al ceto medio, anche "per colpa di una comunicazione sopra le righe", ci dice il sociologo. Mentre per l'ex senatore di FI, il segretario del Carroccio dovrebbe fare come Zaia e Fontana
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Intellettuali che prendono a calci i fatti
Roma. “A livello nazionale avremmo stravinto”, dice Matteo Salvini all’indomani della sconfitta in Emilia Romagna. Il buon governo di Stefano Bonaccini ha pesato, certo, ma a giudicare dall’elevata affluenza (67 per cento rispetto al 37 di cinque anni fa) c’è un fattore in più che ha mobilitato l’elettorato astensionista di centrosinistra. “Sostengo da tempo – spiega al Foglio il professore Luca Ricolfi – che la comunicazione sopra le righe, estremizzata, è di per sé inopportuna: non porta voti, anzi è dannosa. Con quel tipo di argomenti e toni, il corpaccione del ceto medio benpensante si sente naturalmente schierato dalla parte delle sardine. Siamo un paese di ceto medio e se i tuoi messaggi sono interamente indirizzati agli strati popolari ti precludi la maggioranza del paese”. In ER il Pd torna ad essere il primo partito, tallonato dalla Lega. “Il risultato è lusinghiero trattandosi di una regione rossa, il punto è un altro: al di là della debolezza personale della candidata, nessuno si aspettava che i consensi dei partiti di centrodestra sarebbero stati inferiori a quelli di centrosinistra. Dopo il successo umbro, qualcuno aveva sopravvalutato l’inarrestabile ascesa: le regioni rosse, seppure un filo sbiadite, restano tali”.
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