La dichiarazione d'amore di Emiliano per Di Maio: "È meglio di Calenda"

Per il governatore della regione Puglia, il ministro grillino dello Sviluppo economico "ha una cortesia istituzionale e umana e una lucidità politica nell'individuare la soluzione neanche paragonabile" al suo predecessore

Redazione

Da che parte sta, non è proprio facile da capire. Forse conviene fare domande dirette e chiare, tipo "Meglio Di Maio o Calenda?", come chiede il nostro Luciano Capone al presidente della regione Puglia Michele Emiliano, entrambi ospiti di Omnibus su La7.

 

"Lei ha citato alcune parole chiave", continua Capone: "Ilva, decreto dignità e Tap, il gasdotto sul quale lei ha fatto anche dei ricorsi per bloccare l'espianto degli ulivi. Tra l'altro, c'è una cosa interessante. Poco tempo fa la regione ha avviato la costruzione dell'ospedale di Monopoli-Fasano ed è stato autorizzato – tranquillamente, in silenzio – l'espianto di circa 700 ulivi. Più o meno la stessa quantità di quelli da espiantare per il gasdotto. Non era insomma un problema insormontabile quello di espiantare gli alberi visto che viene fatto quotidianamente per tantissime opere pubbliche in Puglia. E' un problema politico di avversione a queste infrastrutture, come nel caso del dossier Ilva, come nel caso del decreto dignità così nel caso del Tap. Secondo me il motivo per cui Emiliano e la sua corrente hanno ritirato Francesco Boccia come rappresentante della divisione Imprese nella segreteria Pd è perché un rappresentante per le imprese la corrente di Emiliano ce l'ha già: è il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio". Insomma, chiede Capone al governatore pugliese "secondo lei è meglio Di Maio o Calenda?"

   

Intanto, ribatte subito il governatore pugliese, "la rappresentazione della regione Puglia sul Tap è una stupidata. Ed è la rappresentazione che ne ha dato Calenda. Noi abbiamo sempre detto che il Tap lo vogliamo, perché crediamo che quel gas sia utile. Solo che vogliamo che non approdi sulla più bella spiaggia dell'Adriatico pugliese ma vorremmo spostarlo in una zona industriale. Ovviamente il Foglio e molti altri giornali hanno sempre rappresentato il presidente della regione come uno che ha la sindrome nimby, uno che non vuole il gas. Speriamo sia finita qui".

     
"Lei ha fatto o no i ricorsi contro il Tap?", insiste Capone. Ma la risposta non arriva. Emiliano si scaglia invece contro l'ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che secondo lui è "il rappresentante di questa idea che la Puglia dovesse essere sottomessa persino nelle localizzazioni delle infrastrutture strategiche – che non contestavamo nell'opportunità – e che non potessimo discutere su dove doveva arrivare il Tap. Non mi hanno mai consentito di andare a discutere al ministero dello Sviluppo economico, né sul Tap né sull'Ilva. Cosa che invece Di Maio ha fatto subito. Di Maio mi informa sistematicamente di tutto ciò che avviene sull'Ilva. Con lui ho una cortesia istituzionale e umana, e soprattutto una lucidità politica nell'individuare la soluzione, che dal mio punto di vista non è neanche paragonabile a Calenda. Di Maio ha una connessione col territorio tarantino immensamente superiore a Calenda. Invece Calenda tentava solo di forzare la mano, chiudere un accordo ricattando regione e sindacato con la minaccia della chiusura dell'Ilva senza trovare soluzione ai problemi della salute e degli esuberi. Se Di Maio dovesse ricadere negli errori del passato avrà a che fare con me e con la Puglia esattamente come accaduto a Calenda. Il mio lavoro è obbedire ai pugliesi che mi hanno votato, non obbedire al Pd o contrastare il M5s".