Le associazioni ambientaliste al Mise il 19 giugno scorso. Foto Imagoeconomica

L'Ilva funesta degli ambientalisti contro Di Maio

Maria Carla Sicilia

L'attendismo del Mise non piace a chi ha votato M5s perché voleva la chiusura o la riconversione dell'acciaieria di Taranto. Oggi l'incontro con ArcelorMittal 

L'attendismo di Luigi Di Maio sul dossier Ilva inizia a spazientire anche i movimenti ambientalisti locali che intorno alla chiusura dell'acciaieria di Taranto hanno costruito la loro intesa con il Movimento 5 stelle. Sabato il Comitato quartiere Tamburi insieme ad altre sigle civiche come i Genitori tarantini e il Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti ha lanciato un ultimatum al ministro: "Questo territorio pretende risposte certe e prive di ambiguità: attenderemo dei segnali di apertura entro lunedì 23 luglio, in mancanza dei quali, ci vedremo costretti a giudicare tale atteggiamento un segnale inequivocabile circa il tradimento del mandato elettorale ricevuto". Passato il termine di lunedì, ieri sera è arrivato il comunicato del ministero dello Sviluppo: "A seguito delle verifiche interne sul dossier Ilva e del parere fornito dall'Anac si ritiene che ci siano i presupposti per avviare un procedimento amministrativo finalizzato all'eventuale annullamento della gara". Ma l'ambiguità, in realtà, è tutt'altro che risolta e in attesa dell'esito dell'accertamento, che durerà 30 giorni, il futuro di Ilva resta incerto. Chiusura, riconversione, affidamento a un altro acquirente, conferma ad ArcelorMittal? Domande a cui si dovrà dare una risposta entro il 15 settembre se non si vuole ricorrere ad altri finanziamenti pubblici

    

   

     

Oggi pomeriggio il ministro ha incontrato i rappresentanti di ArcelorMittal, dopo che ieri il gruppo ha fatto sapere di voler andare incontro ad alcune delle richieste avanzate da via XX Settembre. Ma dall'incontro non sono emerse novità e le proposte migliorative saranno presentate a tutte le parti interessate prossimamente. Se dal lato occupazionale non ci sono sviluppi, sembra invece che il piano ambientale sarà accelerato e forse si aprirebbero spiragli anche per una eventuale sperimentazione della produzione con il gas naturale, come proponeva anche il governatore della Puglia, Michele Emilianoche non nasconde la sintonia con Di Maio sulla gestione del dossier Ilva. Ma ArcelorMittal resta ovviamente proiettata sul recupero dell'acciaieria e accettare una sua offerta per Di Maio significa tradire le promesse fatte a chi vuole completamente fermare la produzione senza che i 14 mila impiegati perdano il lavoro. Questo è quello che era stato detto ai movimenti ambientalisti di Taranto che, dopo aver votato in massa M5s, ora presentano il conto. 

        

"Chiediamo la chiusura dello stabilimento e la riconversione economica, tenendo conto degli altri esempi che ci sono in Europa e nel mondo", hanno ribadito più volte i rappresentanti delle associazioni in pieno accordo con la proposta avanzata da Beppe Grillo diverse settimane fa, quando dal suo blog lanciava l'idea di riconvertire il sito sul modello del bacino della Rhur per farne un parco tecnologico e una fabbrica di batterie per la mobilità elettrica. Proposta tra l'altro condivisa con il ministero, visto che gli ambientalisti sono stati tra i primi a essere ricevuti dopo l'insediamento del nuovo esecutivo. "La vostra presenza significa che sarete parte di questa decisione – diceva Di Maio il 19 giugno dopo averli incontrati – I cittadini di Taranto hanno il diritto di respirare e io voglio garantirlo, resteremo in contatto perché nei prossimi giorni-settimane saranno prese decisioni importanti". 

  

L'attesa ha però deluso chi ha creduto alle promesse vedendosi prima coinvolto e poi messo da parte. "Mai mi sarei aspettato che un soggetto politico si adoperasse per sfruttare le sofferenze della povera gente per poi, ottenuta un’opportunità politica, abbandonarla totalmente al suo destino di morte e malattia. A Taranto il signor Luigi Di Maio ha rubato dalle tasche di chi gli ha creduto quei pochi spiccioli di speranza che gli rimaneva", ha scritto su Facebook Michele Riondino, attore pugliese e direttore artistico del Primo Maggio di Taranto. "Nessun rinvio, nessun altro scaricabarile sarà tollerato. Avete voluto il nostro voto, avete promesso di utilizzarlo per la nostra salute. Oggi siete li per merito nostro e non dovrete restarci un minuto di più se dalle vostre parole non seguiranno fatti concreti. Vi definite il nuovo che avanza, dimostratelo e mostrateci se siete coraggiosi come leoni o avidi come maiali".

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