Luigi Di Maio (foto LaPresse)

E se alla fine il premier “politico” fosse Luigi Di Maio?

Valerio Valentini

Due lapsus di Matteo Salvini e Rocco Casalino ci dicono che forse potrebbe essere il leader del M5s a guidare il governo gialloverde 

Due episodi, nulla più. Ma nella tensione carica di nulla di queste ore, in cui a Montecitorio tutto sembra sempre sul punto di accadere, dicono forse qualcosa di quel che sarà da qui a qualche ora. La prima scena vede Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti entrare alla camera e avvicinarsi in fretta all'ascensore. Il leader della Lega, sempre insieme al suo fido scudiero, viene intercettato dai cronisti, che gli riferiscono di come la voce di un Luigi Di Maio premier stia circolando molto. “Dove?”, chiede divertito Salvini. “Nel Palazzo”, spiegano i giornalisti. Che poi gli rivolgono la domanda in forma più diretta: “La Lega sarebbe pronta a votare Di Maio presidente del consiglio?”. Risposta: “Noi della Lega siamo responsabili”. In un attimo cala il gelo: appare a tutti un'apertura clamorosa, seppur cripticamente espressa. “Quindi siete pronti a votarlo?”. È a quel punto che Salvini, un po' imbarazzato, si corregge: “No”, dice secco, con voce fin troppo ferma. Poi sale in ascensore con Giorgetti e raggiunge il piano superiore, dove è in programma la riunione insieme a Di Maio e al suo braccio destro, Vincenzo Spadafora.

 

Ed è qui, proprio davanti agli uffici del gruppo pentastellato, che avviene la seconda scena a suo modo rivelatrice. Si materializza Rocco Casalino, passo stanco e cravatta azzurrina impeccabile, e spiega: “Al piano di sopra c'è l'incontro ad quattro con Salvini, Giorgetti, Di Maio e Spadafora. Al piano di sotto - prosegue il grande capo della comunicazione del M5s - c'è invece la riunione delle due delegazioni per il programma”. “E il futuro premier dov'è?”, domandano i cronisti. La risposta è istintiva, quasi non riflettuta: “Di sopra”. Poi, immediato, il tentativo di correggersi. “Intendo dire - precisa Casalino - che è al piano superiore che si discute del premier. Niente di più”. Sarà. Ma intanto ci sono due lapsus che quasi fanno un prova. E che sembrano preannunciare come, al di là delle più o meno strampalate ipotesi di premier tecnici, a guidare il prossimo governo potrebbe essere proprio il capo politico del M5s.

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