Giuseppe Auddino (immagine tratta da video YouTube)

Ex comunisti ne abbiamo? In Calabria un altro (possibile) incandidabile a 5 Stelle

David Allegranti

Giuseppe Auddino, in corsa nel plurinominale al Senato, nel 2010 partecipò alle comunali di Polistena in una lista “falce e martello”. Sarebbe una violazione del regolamento ma il M5s lo ha già candidato nel 2013 e nel 2014 (e non è stato eletto) 

Roma. I candidati nel M5s con un passato in altre forze politiche ormai abbondano, come testimoniano i casi di Leonardo Franci, iscritto alla Lega e candidato con il centrodestra alle amministrative del 2011, o Patty L’Abbate, candidata alle amministrative nel 2012 con Io Sud. In quest’ultimo caso, il M5s ha spiegato che L’Abbate correva in una lista civica a sostegno di una coalizione civica (ma non è vero: Io Sud, fondato da Adriana Poli Bortone, è un partito). Chissà adesso come si comporterà con Giuseppe Auddino, candidato nel listino plurinominale proporzionale del Senato in Calabria.

 

  

Nel 2010, come mostra la tabella qui sopra, Auddino è stato candidato sotto le insegne del partito comunista in una lista comunale a Polistena, Reggio Calabria. Anche in questo caso, il regolamento del M5s lo vieta, come dice l’articolo 2 al comma I: il candidato “non dovrà aver mai partecipato a elezioni di qualsiasi livello, né aver svolto un mandato elettorale o ricoperto ruoli di amministratore e/o componente di giunta o governo, con forze politiche diverse dal MoVimento 5 Stelle a far data dal 4 ottobre 2009”. E fino a prova contraria la lista “Rilanciamo Polistena” è una forza politica diversa dal M5s. Senz’altro il M5s dirà che era una lista civica e che quindi il conflitto con le regole del partito di Grillo & Casaleggio non c’è. Dopotutto Auddino è già stato candidato al Senato nelle elezioni del 2013 (foto sotto) e, successivamente, alle Regionali del 2014. Non è mai stato eletto (e vorrà pur dire qualcosa) e quindi non è incompatibile con l'altra regola del M5s che prevede l'incandidabilità per chi ha “assolto in precedenza più di un mandato elettorale, a livello centrale o locale”.

 

 

E comunque, poco importa. In queste settimane il M5s è diventato cintura nera d’arrampicate sugli specchi. Spesso vengono usati due pesi e due misure. Sempre al Senato in Calabria, infatti, l’aspirante senatrice Maria Pompilio aveva vinto le parlamentarie ed era entrata in lista. Poi però è stata depennata dai vertici del M5s. La colpa: il marito si era candidato alle Regionali del 2010 con l’Udc. Alla fine, par di capire, il regolamento del M5s può essere interpretato in libertà. E non sempre uno vale uno.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.