Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

Da Rotondi a Galliani, ecco i candidati del Cavaliere

Paolo Emilio Russo

Dopo tre giorni di trattative e scontri il centrodestra trova l'accordo sulle liste. Fuori la presunta tronista Ylenia Citino, Polverini senza paracadute rischia nel Lazio, Sgarbi sfida Di Maio ad Acerra

La presunta tronista (che poi ha un curriculum lungo così e parla quattro lingue) è fuori. Al posto di Ylenia Citino, nelle liste forziste di Agrigento, è entrata un magistrato, Giusi Lara Bartolozzi. A Varese, la città di Attilio Fontana, correrà per un posto a Montecitorio Giusy Versace, mentre Adriano Galliani sfiderà per un posto al Senato, nel collegio Lombardia 3 (Varese, Como, Lecco) un altro caro amico del Cavaliere, che poi è Umberto Bossi.

 

Dopo sei giorni di trattative non stop, tensioni e 24 ore di black out, con Silvio Berlusconi che ha deciso di “staccare la spina” perché non reggeva la pressione di chi voleva candidarsi e di quelli che erano in predicato di rimanere fuori, sono state consegnate le liste di Forza Italia per le prossime elezioni Politiche. Il “problema” non sono gli entranti tipo Giorgio Mulè (in Liguria in un collegio uninominale e capolista nel listino proporzionale), Sandra Mastella (in corsa per il Senato nella Benevento dove è sindaco il marito con paracadute proporzionale) da cui dipendono le sorti della “matricola” della politica Claudio Lotito, che è dietro di lei in lista, ma le loro destinazioni.

 

Il meccanismo scelto per assegnare i collegi uninominali (classificati da A1 a B3) e la necessità di garantire alternanza uomo e donna e soprattutto di “ospitare” i dirigenti della “quarta gamba”, hanno complicato moltissimo la vita a Niccolò Ghedini ha dovuto fare ricorso al metodo del “paracadute”. Per un Lorenzo Cesa che dalla Liguria in 12 ore è stato spedito a Nola, nel Napoletano, c’è stato un Gianfranco Rotondi (che si era quasi tirato fuori dalla competizione) che è stato mandato nella Regione “dove trascorre le ferie”, l'Abruzzo, invece che in Campania, dove, alla fine, l’ha spuntata il deputato uscente Luigi Cesaro sul figlio Armando, capogruppo azzurro in consiglio regionale, che sarà capolista per il Senato.

 

   

A sfidare Luigi Di Maio nel suo collegio “naturale”, quello di Acerra, che “contiene” anche Pomigliano d’Arco, sarà il critico Vittorio Sgarbi, che, come vedremo, è però garantito in Emilia Romagna. Nel collegio per la Camera di Avellino e Benevento è “rimontato” al primo posto Cosimo Sibilia, attuale candidato alla presidenza Fgci, seguito dall’ex ministro Nunzia De Girolamo, che era prevista come capolista.

 

“Da coordinatore in Sicilia mi ritengo assolutamente insoddisfatto dalle liste perché, per la prima volta, mi hanno mandato troppa gente da fuori. E non era mai successo prima, si vede che sono invecchiato…”, ha protestato Gianfranco Miccichè. Se Matteo Renzi aveva parlato di “esperienza umanamente devastante”, l’ex dirigente Publitalia, passato alla storia per il 61 a 0 di quando c’era il Mattarellum, la butta sul religioso: “E’ il momento peggiore della politica, perché si fanno scelte dolorose e ci si chiede come si possa avere il diritto di scegliere sulla vita di un uomo o una donna, senza avere il “mandato da Dio”. Vero, pure perché Dio è infallibile, Ghedini e la sua squadra composta con Renato Brunetta, Paolo Romani, Antonio Tajani, Licia Ronzulli (in corsa a Brescia per Palazzo Madama) e Sestino Giacomoni evidentemente no.

 

Dalle liste in Sicilia sono uscite non solo Citino, ma anche Valentina Scialfa, ex assessore della Giunta di Enzo Bianco. “Si è raggiunta una quadra che non è esattamente quella che avevo proposto; mi restano molte perplessità”, lamenta il governatore ligure, Giovanni Toti. Non hanno trovato posto in lista i due candidati dell’ex consigliere politico del Cavaliere (tra questi c’era Ilaria Cavo), ma, in Riviera, sono sbarcati Mulè e Melania Rizzoli.

 

Un’altra Regione epicentro di scontri durissimi è la Puglia. Candidato lì Elio Vito, che “ringrazia” il suo partito per avergli concesso di correre nella Regione dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che è “costato” una richiesta di dimissioni del coordinatore regionale Luigi Vitali da parte dei forzisti leccesi e, tra questi, dell’ex ministro e candidato governatore Adriana Poli Bortone. E’ uscita ed entrata tre volte fino alla consegna definitiva l’eurodeputata Barbara Matera.
Le liste per la Puglia sono state rifinite fino all’ultimo secondo così come quelle del Lazio, dove i forzisti hanno voluto (o dovuto?) cedere due collegi uninominali ad Energie per l’Italia, il partito di Stefano Parisi, che oggi è candidato governatore del centrodestra. In corsa nei collegi - non quello di Paolo Gentiloni, che sarà sfidato da Luciano Ciocchetti di Noi con l’Italia - ci saranno la leader dei giovani azzurri, Annagrazia Calabria (Castel Giubileo), l’ex governatrice Renata Polverini (Collatino) e Davide Bordoni - vicinissimo ad Antonio Tajani - (Eur). Se nelle Marche sono state le candidature del direttore del Qn Andrea Cangini, del vicepresidente della Camera Simone Baldelli e dell’ex presidente dei Club Forza Silvio, Marcello Fiori, a far dimettere il coordinatore regionale Remigio Ceroni, in Abruzzo correranno il giornalista, autore e collaboratore del leader di Fi, Andrea Ruggeri, e la senatrice uscente -imprenditrice Paola Pelino.

 

Pure in Veneto, dove gli azzurri - in tandem con la Lega - pensano di fare il pieno e il dominus è proprio l’avvocato Ghedini ci sono state delle modifiche dell’ultimo minuto. Se proprio lui sarà capolista del listo al Senato, Renato Brunetta sarà quello nella lista per la Camera. Per l’economista, dunque, non ci sarà il trasloco da Montecitorio a Palazzo Madama che pure aveva annunciato nel corso di un brindisi natalizio. La deputata uscente Lorena Milanato correrà in un collegio uninominale e in ben cinque listini proporzionali, favorendo così l’ingresso di uomini. In Lombardia tutto come previsto, tranne che Michela Vittoria Brambilla, originaria di Lecco, correrà ad Abbiategrasso. La coordinatrice Mariastella Gelmini sarà all'uninominale di Desenzano sul Garda - dove vive -, capolista alla Camera a Milano e Brescia. Nel collegio di Milano centro i forzisti candidato invece l’avvocato Cristina Rossello, una delle new entry promosse dal Cavaliere. Romani correrà per il Senato a Milano. Polemiche ci sono state in Emilia Romagna, dove nessun collegio uninominale è considerato contendibile, quindi sono state “paracadutate” nel listino alcune personalità che altrove rischiano come Sgarbi (che corre contro di Maio in Campania), Michaela Biancofiore (che sfida Maria Elena Boschi a Bolzano), ma anche Antonio Martusciello, che ritorna in Parlamento dopo due mandati all’Agcom. Si è rifiutato di fare da “rincalzo” l’ex coordinatore regionale Massimo Palmizio, fuori dalle liste. Sbianchettati all’ultimo - e con sopresa - dalla liste regionali due ex aennini come Alberto Giorgetti, veronese, da 22 anni deputato e due volte sottosegretario, e l’umbro Pietro Laffranco. Fuori anche il parlamentare abruzzese Fabrizio Di Stefano e Marco Martinelli.