Gianroberto Casaleggio (foto LaPresse)

Sospettati in gabbia e internet al potere. Il futuro secondo Casaleggio

David Allegranti
Il libro del guru a 5 stelle, il Telespalla Bob di Beppe Grillo, ha scritto un libro di previsioni, a metà fra lo stalinismo e la distopia, dal titolo “Veni vidi web” che vanta Fedez come introduttore. Ecco cosa c'è da sapere e non sapere.

Da qualche parte, in una galassia lontana lontana, c’è un “mondo perfetto” nel quale la Rete ha finalmente trionfato. Il Telespalla Bob di Beppe Grillo, al secolo Gianroberto Casaleggio, ha scritto un libro di previsioni, a metà fra lo stalinismo e la distopia, dal titolo “Veni vidi web” (Adagio editore, la casa editrice digitale del Casalgrillo, 75 pp.), che vanta Fedez come introduttore. Al rapper, ormai assurto al rango di Politologo Prefatore, tocca il compito di spiegarci che cosa stiamo per leggere: un “manuale chiaro e fruibile su quello che dovrebbe essere il miglior approccio possibile al web, declinato attraverso le fisiologiche conseguenze economiche, sociali e politiche”. Fedez poi precisa meglio l’argomento (e pare di essere finiti in una vecchia pubblicità della Vodafone, “Tutto intorno a te!”): “Quello che Gianroberto spiega è come la rete stia cambiando i rapporti fra le persone, ponendo proprio l’individuo al centro del tutto”. Oggi, sparacchia il cantante, “la rete si sta abbattendo come uno tsunami su modelli stantii e polverosi; sulle visioni vetuste di aziende e gruppi di potere che non hanno ancora compreso che internet non è soltanto un mezzo per raggiungere l’utente finale, ma è anche e soprattutto lo strumento in mano all’utente finale per diventare parte integrante dell’intero processo mediatico, attraverso scelte consapevoli dettate dalla trasparenza”.

 

In altre epoche magari avrebbe preferito dare tutto il potere ai soviet, oggi invece Casaleggio preferisce darlo tutto a Internet. Il guru grillino, dopo aver magnificato la Rete, che frantuma i corpi intermedi, che ci libera dalla burocrazia e cambierà la storia del mondo in modo “radicale e assoluto”, dice che un giorno “solo il senso di comunità e appartenenza, il riconoscersi in valori comuni consentirà alle società di sopravvivere”. Il “mondo perfetto” immaginato da Casaleggio è in sostanza quello che si trova nei programmi elettorali del M5s e dei suoi MeetUp, compreso però quel “senso di comunità” che uno fatica a distinguere dall’obbligatorio esercizio di conformismo – nel senso di conformità agli standard, agli statuti e alle regole del sacro blog – imposto da Grillo ai suoi militanti e dirigenti, pena l’espulsione.

 

Nel futuro distopico del casaleggismo, non ci sono più librerie, macellerie, taxi e tabaccai. “Non si possono possedere complessivamente mobili e immobili per un valore superiore a cinque milioni di euro. Ogni euro in più deve andare a favore della comunità. Chi si sottrae è rieducato alla comprensione della vita in appositi centri yoga gestiti da neomaoisti. La parola leader è diventata un insulto. Ognuno è responsabile verso sé stesso e la collettività senza deleghe o intermediazioni”. I corrotti e i corruttori vengono “esposti in apposite gabbie sulle circonvallazioni delle città. Ogni cinque anni si vota on line per una nuova costituzione e si rinnova il patto sociale nei diversi Paesi. La parola ‘mercato’ si usa solo per il mercato rionale”.

 

[**Video_box_2**]Non poteva mancare, in questa botta di tecnoentusiasmo, l’applicazione di una sorta di modello Amazon alla politica, con il cittadino che ordina e i droni che gli recapitano a casa le delibere governative. In futuro, dice Casaleggio, nascerà la figura dell’“interactive leader”, colui che trasforma in continuazione i desideri della pubblica opinione in realtà. “Questo nuovo politico non avrà bisogno di essere interpretato dai media attuali, che perderanno quindi la loro importanza. L’interactive leader da una parte acquisterà potere, ma dall’altra lo perderà perché dovrà rendere conto ai cittadini delle sue azioni e a perseguire la volontà dell’elettorato in tempo reale”. Pure l’elettorato cambierà, non sarà quello solito, composto da pecoroni fissati con la democrazia rappresentativa. Anzitutto sarà pienamente informato, non voterà per simpatia o per stanchezza. “Bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà: tu giri adesso con le tette al vento, io ci giravo già vent’anni fa”, canta Guccini. Ecco, grazie al casaleggismo tutto questo non succederà più: la gggente voterà consapevolmente, perché la “Rete ridefinisce il rapporto tra cittadino e politica consentendo l’accesso all’informazione in tempo reale su un qualsiasi fatto, e il contro sui processi attivati dal governo centrale o locale. La democrazia diretta introduce la centralità del cittadino”. Occhio però a non sgarrare, in tutta questa perfezione. Come ha detto una volta Casaleggio, “i sospettabili non sarà possibile sceglierli”: per loro solo gabbie.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.