(foto Ansa)

bipartitismo di fatto

Meloni e Schlein tornano a parlarsi per polarizzare la sfida, in tv

Luca Roberto

La premier e la leader del Pd, dopo aver ufficializzato le candidature, cercano una quadra per il duello televisivo. Ieri nuovo contatto tra i due staff

Doveva tenersi a febbraio, prima delle elezioni in Sardegna. Poi a metà marzo. Sicuramente entro la fine di aprile. Ma in realtà sul duello televisivo Giorgia Meloni ed Elly Schlein devono ancora trovare una soluzione, delle regole per potersi sfidare. Il lavorìo dei due staff, quello della premier e della leader del Pd, è andato avanti per mesi: ancora ieri la capo ufficio stampa della premier Giovanna Ianniello e il portavoce della segretaria dem Flavio Alivernini si sono cercati. Anche se non si è arrivati a una decisione risolutiva. L’accelerazione, però, c’è stata con l’annuncio delle candidature, arrivate tutt’e due nell’arco degli ultimi dieci giorni: prima Elly e poi Giorgia. Eppure ancora manca un accordo sull’aspetto principale: ovvero il salotto televisivo in cui le due dovranno confrontarsi. Si è a lungo parlato di “Porta a Porta”, da Bruno Vespa, ma pare che dal lato dem si preferisca un’altra opzione. Quanto meno che arrivi una proposta. Fatto sta che dalla Rai non hanno saputo più niente.

 

Il dibattito a due era frutto di un accordo tra Meloni e Schlein: scegliersi l’una come avversario dell’altra. Creando una specie di nuovo bipolarismo, almeno mediatico. Visto che in realtà la legge elettorale delle europee, puramente proporzionale, è poco propensa a favorire uno scontro, per dire, sul modello americano: destra contro sinistra. Lo scorso 8 febbraio ambe le parti fecero uscire una nota in cui si diceva che c’era stata una telefonata tra gli staff “per fare il punto sul duello tv”. La settimana successiva i componenti della comunicazione delle due avrebbero dovuto incontrarsi di persona, per stabilire le diverse “regole d’ingaggio”. E in effetti, a quanto risulta al Foglio, le interlocuzioni sono proseguite nelle settimane a venire. Lo scorso 21 marzo, all’evento di lancio dell’associazione “Giornaliste italiane”, sulla terrazza che teneva a battesimo questo nuovo coacervo di croniste sovraniste, a un certo punto, in un angolino, ritrovammo a parlottare Giovanna Ianniello, capo ufficio stampa di Giorgia Meloni, e Flavio Alivernini, l’uomo della comunicazione di Elly Schlein. State decidendo sul dibattito televisivo? Alle domande dei cronisti si limitarono a scherzare: “Sì, lo facciamo a Propaganda live”.

 

E’ passato più di un altro mese e “Giorgia versus Elly” nel frattempo ha assunto tutte le caratteristiche di una personalizzazione che avrà una ricaduta pure sulla scheda elettorale. Insomma, le due hanno creato le condizioni per dare sostanza al confronto.  Ma sul più bello ci si è ricordati che tutti gli aspetti del confronto televisivo andavano comunque costruiti e concordati. Per questo le parti sono tornate a parlarsi, con più intensità durante questi giorni. A un certo punto si era ipotizzato che l’incontro potesse avvenire negli studi di Sky Tg24, sul modello di molti dei confronti che si sono tenuti durante questi anni, dalle primarie del Pd alle amministrative. Solo che sarebbe stato vissuto come uno smacco da parte della Rai, visto che il salotto di Bruno Vespa pareva lo sbocco più congeniale a un confronto che dovrebbe rappresentare il clou della corsa alle europee. Per questo s’era avanzata persino l’ipotesi che di faccia a faccia ce ne potessero essere non uno ma ben due. Con il tempo, insomma, la costruzione di questa contesa bipolarista non s’è accompagnata a decisioni concordi dei rispettivi staff. E adesso che, con il completamento delle liste, le due scendono ufficialmente nella contesa, pienamente titolate a sfidarsi, è come se vigesse ancora un certo stallo. Questo nonostante dal Pd facciano notare di essere assolutamente favorevoli a che un confronto televisivo ci sia. Aspettano che ci sia una proposta concreta dalla premier. A ogni modo eventuali passi indietro vengono esclusi: sarebbero visti come un cedimento. L’occasione di tagliare fuori tutti gli altri, a partire ovviamente da Matteo Salvini e Giuseppe Conte, è troppo ghiotta per non trovare una soluzione comune. Ma per adesso, come detto, di passi definiti non ce ne sono stati. Nei prossimi giorni, chissà.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.