Domenico Messinese

Grillismo e ideologia anti industriale

Redazione
Perché l’espulsione del sindaco di Gela dal M5s è peggio delle altre. A Domenico Messinese viene imputato d’essersi impegnato a sollecitare gli adempimenti del protocollo tra enti siciliani ed Eni del 2014.

L’espulsione dal M5s del sindaco di Gela, eletto solo sei mesi fa, non è assimilabile alle contestazioni di altri primi cittadini espressi dal movimento grillino. Malgrado nel comunicato si insista sulle solite accuse di mancata autoriduzione degli emolumenti, la vera questione sta nel rapporto con l’Eni e con il petrolchimico che da mezzo secolo rappresenta il dato produttivo e occupazionale più rilevante della zona. A Domenico Messinese viene imputato d’essersi impegnato a sollecitare gli adempimenti del protocollo tra enti siciliani ed Eni del 2014. Così Messinese “si è dimostrato totalmente fuori asse” rispetto alle “politiche ambientali energetiche e occupazionali più accreditate in ambito europeo”, come recita il comunicato di espulsione. La realtà, i problemi oggettivi di un’area ad alto tasso di disoccupazione, l’esigenza di fare i conti con un sistema energetico basato sugli idrocarburi, non conta nulla. Si chiedeva al sindaco di capovolgere la logica del sistema produttivo.

 

L’enormità sta nella pretesa di poter dettare scelte ideologiche fuori contesto, basate su una visione palingenetica. Questo fondamentalismo, che unisce pulsioni protestatarie e anti industriali, è condiviso da un vasto elettorato al quale viene offerto uno sbocco illusorio al malcontento e agli spiriti vendicativi. Però mette queste energie in un vicolo cieco, perché rifiuta l’elemento essenziale di qualsiasi azione di governo, cioè la conoscenza della realtà, che deve essere tanto più penetrante quanto più ci si impegna a modificarla. Negare la realtà, invece di trasformarla, è il modo per mantenere alta la tensione, senza mai arrivare a una soluzione. Anche parziale.

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