(Foto LaPresse)

Un raggruppamento di imprese (eccellenti) per affrontare il futuro dei trasporti

Daniele Bonecchi

Il jolly di Atm si chiama Milano Next: un'unione di aziende per gestire i servizi su gomma. Atteso il parere del Comune

È ancora sfida a distanza tra Atm e Trenord. Ma sarebbe meglio dire tra Milano Next e le ferrovie regionali lombarde. Ci avevano provato Giuliano Pisapia e Roberto Maroni, complice un manager di vaglia come Giuseppe Bonomi (già presidente Sea), a creare il feeling tra le due aziende del trasporto pubblico locale che fanno viaggiare la gran parte dei pendolari che ogni giorno vanno e vengono dal capoluogo lombardo. Poi si sono messi all’opera Beppe Sala e Attilio Fontana: nuovi obiettivi ma stessa ostilità del management. Le due aziende si parlano a fatica e sono gelose della propria autonomia, costi quello che costi: ognuna marcia per la sua strada, con buona pace dei pendolari.

 

Anche il matrimonio fra Trenord e Ferrovie dello stato (ipotizzato da Maroni) è stato spazzato via dalla stagione populista che ha conquistato le Fs alla causa volatile di Alitalia (Toninelli oriented). Ma l’azienda di piazzale Cadorna non ha dormito in questi mesi e ha avviato una forte campagna di rinnovamento del parco rotabile, acquistando 161 nuovi treni (oltre a mettere in sicurezza con Fnm le stazioni più trafficate). I nuovi convogli inizieranno ad arrivare a fine anno ma ci metteranno un paio d’anni per completare il ricambio della flotta. “I numeri ufficiali, in seguito agli interventi che abbiamo messo in campo – ha spiegato l'assessore regionale ai Trasporti Claudia Maria Terzi – certificano che le soppressioni sono sensibilmente diminuite e la puntualità è aumentata. Questo non significa che tutto vada bene, permangono criticità e c’è ancora molto lavoro da fare, ma siamo riusciti a superare la fase di emergenza e innescare un trend positivo”. E per affrontare l’insieme dei problemi – chiarisce l’assessore Terzi, “sarà convocata la Conferenza del trasporto pubblico locale tra settembre e ottobre, in modo da poter fare un primo bilancio sugli effetti dei lavori infrastrutturali che Rfi realizzerà durante l'estate. In ogni caso il dialogo con i pendolari non è mai venuto meno”.

 

Ma la maggiore novità arriva da Atm. Al netto dello scontro (elettorale) tra Comune e Regione sull’integrazione tariffaria e sull’aumento del ticket a Milano da 1,5 a 2 euro, il jolly calato dall’azienda di Foro Bonaparte e si chiama Milano Next. Un raggruppamento di imprese, guidato da Atm, con BusItalia, controllata da Ferrovie dello stato ma già presente nella società che controlla M5 (la linea viola), destinata a gestire i servizi su gomma. Poi ci sono Hitachi Rail Sts che fornisce già alla metropolitana il sistema di segnalamento per il controllo delle corse; A2A Smart City, che si occupa di infrastrutture tecnologiche comprese le colonnine di ricarica dei veicoli elettrici (futuro prossimo di Atm); Commscon Italia, specializzata in banda larga mobile, IgpDecaux, storica società di comunicazione che gestisce gli spazi pubblicitari Atm. Lo scopo di costituire una “associazione temporanea di imprese” come questa è duplice: partecipare come al gara di appalto del servizio (da parte del Comune) prevista dal 2020 con una offerta più complessiva. E migliorare le potenzialità complessive, come know-how, del raggruppamento.

 

Ora l’azienda, per procedere, aspetta il parere del Comune. Chi ha seguito dall’interno il progetto spiega che l’obiettivo è quello di rafforzare un’offerta già indirizzata sul tracciato della innovazione, perché Atm ha già scelto di riconvertire all’energia elettrica la propria flotta bus e gli impianti (depositi) connessi, mentre la cura del ferro (le metropolitane) porterà il trasporto pubblico fino a Monza (M5), a Linate (M4) e nell’estrema periferia ovest a Muggiano (M1) ma anche verso nord a Vimercate (M2). Giovanni Abimech, segretario regionale della Fit Cisl, sul progetto Milano Next, dice: “Questo cartello di aziende va nella direzione che abbiamo auspicato e cioè tiene assieme diverse funzioni del trasporto pubblico e della mobilità, compresa la sosta, i parcheggi e diverse funzioni, per rendere tutto più produttivo”, conclude Abimelech.

 

Perplesso invece l’architetto Giorgio Goggi, già assessore al traffico delle giunte Albertini e collaboratore di Carlo Tognoli sindaco: “Quella di Milano Next mi pare una scelta destinata ad evitare di fatto la gara per l’assegnazione del servizio (cui possono partecipare altre aziende europee, e Milano è attraente, ndr) e un espediente per rendere più complesso valutare i costi del servizio. Ma le gare, va ricordato, servono per garantire una trasparente concorrenza e per scegliere l’azienda migliore, più competitiva e a costi più bassi. In Europa, a partire dalla Francia, i servizi vengono messi a gara e migliorano”, insiste l’ex assessore. Poi c’è il tema della integrazione coi servizi regionali, “prendiamo il Passante ferroviario che ha una capacità non saturata ma mancano i treni per migliorarne il servizio. Basterebbe aprire le rotaie ad altri operatori, come Italo, per avere un servizio migliore a vantaggio dei cittadini”, conclude Goggi. Ma questo è un tema da Città metropolitana e s’iscrive nel capitolo della mancata collaborazione tra Atm e Trenord. Ora, terminata la campagna elettorale, pare che Sala e Fontana abbiano ripreso a lavorare di concerto, perché la collaborazione tra amministratori locali deve superare ogni steccato. Hanno iniziato dalle case popolari (vedi quartiere di San Siro) ma l’auspicio è che trovino un’intesa anche sul trasporto pubblico.

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